Sulla contaminazione da diossine delle filiere alimentari ed in particolare sul caso delle carni suine irlandesi, Bartolomeo Griglio (Anmvi) e Walter Marrocco (Fimmg) hanno realizzato un documento divulgativo, che fa il punto della situazione, partendo dalla considerazione che il caso delle carni suine importate dall'Irlanda e risultate contaminate da diossina, 'rappresenta solo l'ultimo degli allarmi legati al riscontro di diossine o sostanze diossino-simili negli alimenti'.
Da un mangime contaminato dall'olio minerale fuoriuscito da un apparecchiatura impiegata nel processo produttivo è partita una allerta che ha prontamente consentito interventi tali da assicurare ai cittadini un elevato livello di sicurezza delle carni suine che si trovano sui banchi di vendita.
L'esposizione degli animali allevati deriva dall'ingestione di vegetali al pascolo o di altre materie prime (es. farine di vegetali, farine di pesce o sostanze di supporto), contenute nei mangimi, contaminate, con l'accumulo delle diossine nei grassi dei pesci, dei bovini da latte e da carne, dei polli, dei maiali poi utilizzati come alimenti (carni) o per produrre alimenti (formaggi, latte, uova) per l'uomo.
L'alimentazione è quindi la principale fonte di ingresso nell'organismo umano. Nella popolazione europea l'introduzione con la dieta di queste sostanze, presenta un'ampia variabilità, a causa delle diverse abitudini alimentari e dei diversi tipi di approvvigionamento.
La presenza negli alimenti rappresenta una sfida di non facile soluzione: l'effettuazione di monitoraggi sui mangimi e sugli alimenti, l'individuazione delle fonti da cui parte la contaminazione (emissioni industriali, terreni contaminati, ecc...) e la loro bonifica, richiedono scelte politiche che non sempre si ha il coraggio di adottare a causa dei grandi investimenti economici che dovrebbero essere messi in campo.
Contaminazioni, tali da richiedere interventi delle autorità di controllo per ritirare dal mercato alimenti o abbattere animali al fine di evitare il possibile superamento dei livelli soglia nelle persone sono state evidenziate anche nel nostro Paese, in Campania, in alcune aree industriali della Puglia e della Lombardia e nel breve passato, sempre collegate alla presenza di industrie siderurgiche, anche in Piemonte.
I Paesi europei stanno attuando le misure individuate dall'Unione Europea, per garantire la tutela dei cittadini. Occorre però mettere in conto che la maggior attenzione ai livelli di diossine/PCB presenti negli alimenti potrebbe portare al paradosso che a fronte di maggiori livelli di protezione, con l'aumento delle segnalazioni e delle campagne di ritiro dal mercato di alimenti più o meno contaminati, cresca, invece che diminuire, la preoccupazione della popolazione.