In seguito alla pubblicazione di un parere dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) sui possibili effetti che quattro sostanze di trattamento antimicrobico potrebbero avere sull'eventuale resistenza antimicrobica quando vengono usate nel trattamento della carne di pollame, i produttori europei di pollame e le loro cooperative, in seno al Copa-Cogeca, avvertono che l'autorizzazione di tali pratiche minerebbe i loro sforzi per la produzione di carne di pollame di alta qualità. Nell'Ue i produttori europei infatti rispettano norme molto esigenti e onerose per controllare la salmonella in azienda rispettando anche un alto livello di benessere dei polli da carne. Al contrario, negli Stati Uniti, i requisiti in azienda sono molto limitati e la carne deve essere trattata con prodotti chimici, come il biossido di cloro, nei macelli per ridurre la presenza di salmonella. Fino ad ora, a questa carne di pollame non è stato permesso di entrare sul mercato europeo.
Tuttavia, gli americani stanno ora chiedendo che l'Ue autorizzi questo tipo di pratiche per poter vendere la loro carne in Europa. Pekka Pesonen, Segretario generale del Copa-Cogeca, ha chiesto: 'Solo perché gli americani lo desiderano dovremmo accettare carne prodotta con norme igieniche inferiori? Dovremmo abbandonare la nostra filosofia di controllo della salmonella in azienda e permettere che la carne trattata chimicamente sia venduta ai consumatori mentre vi sono ancora delle 'incertezze' sulla possibilità di una suscettibilità acquisita ridotta ai biocidi e/o di una resistenza agli antimicrobici terapeutici?'. I produttori europei di pollame non capiscono perché dovrebbero rispettare degli standard così alti in azienda se in fin dei conti viene venduta ai consumatori carne disinfettata al cloro.
'La Commissione dovrebbe essere coerente e appoggiare il modello europeo di produzione di carne di pollame invece di permettere metodi di produzione che sono contrari alla sua propria filosofia', ha concluso il Segretario generale.