Il Parmigiano Reggiano si porta a quota 7,6 €/kg, cinque centesimi in meno rispetto alla settimana scorsa. Lo stesso percorso ha seguito anche il prezzo del Grana Padano, che si è ridotto di quasi un punto percentuale rispetto alla settimana precedente collocandosi ad un livello di 6,1 €/kg. Dopo una calma che è durata diverse settimane, riprende a scendere anche il prezzo del burro che, rispetto alla ultima quotazione cede ben 10 centesimi, ossia, il 5,1%.
Il segno negativo prevale anche nei mercati internazionali dove, oltre ad una reale riduzione del prezzo, contribuisce anche l'effetto monetario, con il dollaro che continua a perdere terreno nei confronti della moneta europea. Sulle borse europee, dove l'effetto monetario è nullo, si evidenzia il trend negativo della borsa olandese. Il burro si porta a quota 2,8 €/kg perdendo il 2,4%. In riduzione anche il prezzo del latte in polvere dell'1,7%. Le altre variazioni negative, ad eccezione del burro in Polonia, sono dovute solo ad effetti monetari. Si presenta in aumento, invece, la borsa americana dove crescono sia il burro (+3,5%), sia il Cheddar (+3,2%). Per quanto riguarda i prezzi per l'alimentazione animale evidenziamo un significativo ridimensionamento dei prezzi di soia a Rotterdam (-7,9%) e del mais a Bordeaux (-6,7%). In riduzione sia la soia, sia il mais, anche sui futures di Chicago dove la prima cede il 7,7%, mentre le quotazioni del mais calano di quasi cinque punti percentuali.
 
Questa settimana osserviamo...
Riprendiamo questa settimana a parlare delle consegne di latte in Europa. Il mese di dicembre registra un aumento delle consegne per i grandi produttori europei, ad eccezione della Gran Bretagna, le cui consegne risultano inferiori di quasi tre punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La Germania e la Francia mostrano incrementi, la prima intorno ai due punti mentre la Francia registra un aumento consistente di quasi quattro punti. Sul dato cumulato di campagna, solo la Germania mostra incrementi delle consegne di 1,1%, mentre sia l’Inghilterra, sia la Francia mostrano flessioni, la prima di 2 punti percentuali mentre la secondo di quasi mezzo punto.
 
 
 


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