L’attività di miglioramento genetico, sostenuta dal finanziamento pubblico e dal lavoro tenace ed appassionato degli allevatori, svolta da un’équipe di tecnici specializzati nei controlli funzionali, nell’assistenza tecnica alle aziende e nel controllo degli impianti di mungitura, secondo un modello organizzativo unitario ed omogeneo per tutto il territorio nazionale, si è dimostrata fondamentale per lo sviluppo zootecnico. Un lavoro lungo e accurato che ha dato risultati indiscutibili, ufficialmente riconosciuti ed apprezzati a livello internazionale. Così si è espresso il presidente dell’associazione italiana allevatori Nino Andena nel sottolineare l’importanza della selezione genetica quale azione strategica per l’intera filiera zootecnica nel corso della conferenza stampa svoltasi a Roma mercoledì 21 giugno. Il comparto zootecnico continua infatti a rappresentare, con oltre 15 miliardi di euro di produzione (oltre il 33% dell’intera plv –produzione lorda vendibile- dell’agricoltura) un settore strategico dell’economia agroalimentare del Paese. A maggior ragione una scelta vincente, soprattutto se si pensa che è in atto una grande opera di razionalizzazione dell’impresa zootecnica, in cerca di recupero di competitività, e nonostante il ridimensionamento sia in termini di patrimonio che di aziende. Infine, il presidente Andena ha invitato istituzioni e filiera a non sottovalutare la necessità per l’Italia di aumentare il proprio tasso di autoapprovvigionamento per le produzioni di origine animale, ormai prossimo a limiti irriducibili che se ulteriormente contratti potrebbero mettere in serio pericolo il patrimonio agroalimentare “made in Italy“.