Sarà l'Emilia-Romagna la capitale del grano duro. Passeranno infatti da 30 mila a 100 mila le tonnellate di frumento duro prodotte grazie all'accordo di filiera siglato in Regione Emilia-Romagna, tra Barilla ed alcune aziende produttrici tra cui il Consorzio agrario di Parma.

Fra le numerose aziende agricole emiliano-romagnole inserite nella filiera della coltivazione di grano duro di qualità, nell'ambito del Consorzio agrario di Parma ne vengono coinvolte un centinaio. Il nuovo accordo quadro di filiera, che vede protagonisti Regione Emilia Romagna, Barilla e Consorzio agrario Parma e valido per la campagna cerealicola 2007-2008, ha triplicato i quantitativi previsti dell'anno scorso, passando da 30 mila a 100 mila tonnellate di grano duro "made in Emilia-Romagna". Il grano raccolto verrà conferito all'azienda di Parma leader nel mondo nella produzione di pasta. L'accordo è promosso dalla Regione Emilia-Romagna e coinvolge, oltre alla Barilla come industria molitoria, il Consorzio agrario di Parma nella fase agronomica di campo e nella fase di stoccaggio della materia prima. Barilla è oggi il maggiore utilizzatore mondiale di grano duro per produzione di pasta con oltre 1.250.000 tonnellate di grano, equivalenti a 900 mila tonnellate di pasta. In Italia, il fabbisogno di grano duro del gruppo è pari a 900 mila tonnellate all'anno e nella primavera del 2008 è diventato operativo a Parma il più grande mulino a grano duro del mondo, integrato con i pastifici, che a regime è in grado di assorbire 300 mila tonnellate di grano duro all'anno.

Le ricadute positive dell'intesa sono molteplici e facilmente intuibili: per la Barilla, che potrà disporre di grani di qualità prodotti in Emilia-Romagna, si ridurrà la dipendenza dall'estero. In particolare avrà la possibilità di minimizzare i costi logistici e di impatto ambientale. Si pensi infatti che il centro di stoccaggio più vicino allo stabilimento Barilla nel quale si lavora il grano dista solo 5 km (San Prospero) mentre il più lontano è a 45 km (Zibello). Per le aziende agricole l'accordo è un'importante indicazione per la programmazione delle coltivazioni, nella direzione di quanto richiesto dal mercato. Infine, regolarizzando l'approvvigionamento, l'intesa potrà contribuire a stabilizzare i prezzi del grano duro, che lo scorso anno hanno avuto brusche impennate (+ 145% in sei mesi), dovute anche a fattori speculativi su scala globale, con ricadute sulla disponibilità del prodotto e sulla regolarità delle forniture.

Consorzio agrario di Parma

Il contratto quadro si articola in singoli contratti di fornitura tra la Barilla, come industria molitoria e le diverse organizzazioni firmatarie che aderiscono all'accordo per un volume totale di circa 100 mila tonnellate per il 2007-2008. Il Consorzio agrario di Parma, in qualità di produttore e stoccatore del grano duro, stipula con i singoli agricoltori soci gli accordi di coltivazione. Il contratto prevede l'utilizzo di varietà specifiche quali: Normanno, Levante, Saragolla e Svevo, particolarmente adatte all'utilizzo dell'industria pastaria. Il prezzo di base è legato al listino della Borsa merci di Bologna, ma sono previsti premi concordati legati ad una griglia qualitativa che tiene conto del contenuto proteico e di altri fattori, dei servizi prestati e dell'adesione al progetto, la consegna programmata e ripartita nell'arco della campagna, il rispetto di un disciplinare di coltivazione e conservazione del grano duro, in linea con il disciplinare di produzione integrata realizzato dalla Regione.

Inoltre ogni produttore deve compilare il proprio Quaderno di Campagna: un sistema gestionale on-line per la tenuta della documentazione di autocertificazione delle aziende agricole. L'operatore è in grado, accedendo direttamente dal proprio terminale, di gestire trattamenti fitosanitari, fertilizzazioni ed altri interventi colturali. Questa modalità dà la possibilità a tutti gli operatori della filiera di monitorare e consultare tutti i dati sul web (protetti da password).

Consorzio agrario di Parma

Il Consorzio agrario di Parma in questo modo rinnova il proprio ruolo di interprete di una politica all'insegna del sostegno e dello sviluppo delle aziende e delle produzioni agricole. Rappresenta una delle principali realtà aziendali parmensi: 137 milioni di euro di fatturato, 1.800 soci e 9.000 clienti, un ingente patrimonio immobiliare, 12 markets alimentari, centinaia di addetti tra collaboratori, dipendenti ed agenti, magazzini e stabilimenti, produzione e commercio di  prodotti a livello nazionale ed internazionale. Nel corso della sua storia, il Consorzio agrario è rimasto fedele  ai punti programmatici fissati nel suo statuto datato 1893: punti programmatici che vanno, oggi come ieri, dall'assistenza tecnica al sostegno finanziario agli agricoltori, dalla gestione degli ammassi all'attività di ricerca e sperimentazione, dalla valorizzazione delle produzioni agricole alla fornitura degli strumenti e dei mezzi necessari alle coltivazioni ed agli allevamenti; macchine ed attrezzature agricole, concimi, sementi, fitofarmaci, mangimi, il tutto tenendo presente le esigenze dettate dalla particolare vocazione agroalimentare di Parma. Nella Mission aziendale il Controllo della Qualità è una costante della filiera produttiva. La divisione Agroparma fornisce mezzi ed assistenza tecnica per le coltivazioni; può contare di 14 impianti di ammasso cereali tre dei quali di ultimissima generazione con una capacità di ritiro di oltre 700.000 quintali.

'Consorzio agrario: Una filiera lunga 116 anni' questo è lo slogan con il quale il Consorzio intende sintetizzare i concetti di 'qualità, tradizione, innovazione e relazioni' declinabili attraverso i propri prodotti, frutto di progetti innovativi e delle consolidate relazioni con partner strategici quali Barilla. 116 anni di radicamento del Consorzio nel territorio. Un processo di  consolidamento strutturale e operativo che ha condotto la cooperativa ad elevarsi ai vertici tra le imprese di Parma e prima per capacità di governo delle Filiere. Oggi con 'Consorzio agrario' si sottintende il concetto di 'Filiera' stessa che non rappresenta un concetto o un obiettivo da perseguire per moda o per imposizione, ma un modo di operare 'tradizionale'. Un modus operandi che vede nel consumatore finale il primo partner al quale affidarsi.

 

A cura di Barbara Troise Rioda - Consorzio Agrario di Parma