I piccoli frutti continuano ad esercitare un crescente interesse tra agricoltori ed operatori del settore grazie all'elevata redditività, alla differenziazione colturale ed alle rese attese dei consumatori sempre di più attenti al ruolo salutistico ed alle proprietà nutraceutiche della frutta.

Tuttavia l'interesse per i piccoli frutti ed il consumo pro capite risultano ancora limitati se paragonati alle principali specie frutticole. In Italia infatti il consumatore vede nell'elevato prezzo d'acquisto un limite commerciale importante considerandolo adatto a particolari circostanze che alla quotidianità.

Dal punto di vista vivaistico comunque l'Italia sembra aver intrapreso un percorso di crescita in termini di superficie investite (circa 500 Ha) e di quantitativi prodotti.

"L’azienda - spiega Gilberto Molari dei Vivai Molari e Gatti - produce 1.700.000.000 piantine di fragole (di cui 1 milione unifere e 700 mila rifiorente) e circa 1.000.000.000 di piantine di piccoli frutti (600 mila di lampone, 250 mila di rovo, 150 mila di ribes e uva spina e 50 mila di mirtillo). Conta su quattro siti produttivi in Italia: il centro aziendale e centro serre (nonché fulcro di smistamento e conservazione delle produzioni) presso Cesena, tre siti produttivi nei pressi della costa del mare Adriatico per sfruttare i terreni sabbiosi della pianura padana, particolarmente adatti a produzioni vivaistiche di alta qualità.
Il nostro vivaio negli ultimi anni è cresciuto molto grazie al cambio di destinazione colturale che diverse aree produttive hanno intrapreso. Le nostre maggiori aree di commercializzazione delle piante sono il Trentino, l'Alto Veneto, l'Alta Lombardia, il Piemonte, l'Appennino Romagnolo, l'Appennino compreso tra Calabria e Basilicata e le zone montane della Sicilia".

"Per ottenere un cambiamento adeguato e vantaggioso - prosegue Molari - queste aziende agricole devono però appoggiarsi a persone esperte e preparate che permettano di poter consigliare in modo adeguato come meglio muoversi e come meglio coltivare queste piante. Infatti i piccoli frutti sono piante molto esigenti sia in termini produttivi che di commercializzazione, che necessitano di molte ore di lavoro e che quindi esigono un trattamento adeguate al fine di ottenere validi e remunerativi ritorni economici. In Italia abbiamo una forte crescita delle superfici nel Lazio, Marche e Liguria, mentre in Europa la crescita avviene in Germania, Serbia, Macedonia, Bosnia-Ezvegonia, Croazia e Slovenia".

"I piccoli frutti - continua Molari - possono essere un frutto molto valido per differenziare la propria produzione e che presenta elevati margini di guadagno e prezzi di conferimento e vendita interessanti. Ci sono diverse realtà produttive che hanno provato a coltivarli ed hanno ottenuto risultati positivi e di prospettiva. I principali motivi che hanno permesso di ottenere questi risultati sono dovuti dai programmi di richiesta fondi in cui ricadono, e dalla forte salubrità in cui i frutti sono legati. Infatti questi frutti sono sempre legati ad effetti benefici all'organismo e ad una qualità del frutto molto elevata che stimola il consumatore finale ad apprezzarlo ed acquistarlo".

Le varietà
Il panorama varietale su cui punta è molto ampio sia per quello che riguarda la fragola sia per quello che riguarda i piccoli frutti. Tra le fragole si ricorda principalmente Anita, cultivar unifera che presenta caratteristiche positive di buona produttività, buona consistenza della polpa e grado rifrattometrico elevato (da sola rappresenta il 50% delle piante di fragola unifere prodotte). Tra i piccoli frutti particolarmente interessanti sono Tulameen, Himbo Top e Polka (lamponi), Loch Ness (Rovo), Duke (mirtillo) e Rowada (ribes).