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Il pomodoro da industria è la seconda coltura da reddito più importante al mondo. Resa e qualità dei frutti come il contenuto di minerali, il gusto e la shelf life, sono influenzati dalla fertilizzazione e in particolare da nutrienti come l'azoto, il fosforo, il potassio, il calcio e il magnesio.
La concimazione non va fatta casualmente o aspettandosi che un elevato apporto di nutrienti determini un corrispondente aumento della produzione: la pianta va nutrita, ma ad un certo punto è anche sazia. Una cattiva gestione della fertilizzazione, infatti, può inquinare le acque, il suolo e l'aria soprattutto quando si tratta di fertilizzanti inorganici. Visto anche il considerevole aumento dei costi dei fertilizzanti, diventa fondamentale ridurre gli sprechi di nutrienti e aumentare l'efficienza nell'uso dei fertilizzanti.
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A questo scopo, come si fa per ogni coltura, anche per la fertilizzazione del pomodoro è opportuno creare un piano di concimazione e definire così le giuste dosi ed epoche di somministrazione dei nutrienti. Per fare questo è necessario conoscere il fabbisogno della coltura, la fertilità del terreno, l'andamento metereologico, le modalità di rilascio degli elementi della fertilità dei diversi concimi utilizzati e la precessione colturale.
Conoscere il fabbisogno della coltura significa fare un bilancio dei nutrienti: da un lato c'è la quantità totale di nutrienti asportata, cioè ciò che serve alla coltura, e dall'altro lato la quantità degli stessi nutrienti disponibile nel terreno, cioè ciò che la pianta trova. È la differenza tra questi 2 valori, la quantità che va integrata.
Il bilancio dei nutrienti è dato dalla differenza tra la quantità totale di nutrienti richiesti dalla pianta e la quantià degli stessi nutrienti presenti nel terreno
1- Situazione di partenza; 2- Asporti della pianta; 3- Apporto di nutrienti per bilanciare
(Fonte foto: Agronotizie®)
Fabbisogni nutritivi del pomodoro da industria
Per fare il bilancio dei nutrienti e ottenere una stima del fabbisogno della coltura, bisogna innanzitutto effettuare delle analisi del terreno almeno ogni 3-5 anni. In questo modo si ha un quadro qualitativo e quantitativo dei nutrienti che la pianta può trovare nel suolo.
Da letteratura, il pomodoro da industria asporta circa 2,5 chilogrammi di azoto per tonnellata di prodotto, 1 chilogrammo di fosforo, 4 chilogrammi di potassio, 3,8 chilogrammi di calcio e 0,4 chilogrammi di magnesio.
L'azoto è indispensabile per ottenere bacche di buona qualità. Se apportato correttamente aumenta il rigoglio vegetativo, l'altezza della pianta e il numero di fiori. Se, invece, è carente la pianta di pomodoro crescerà molto lentamente, il colore delle foglie sbiadirà, i frutti saranno più piccoli e avranno un maggior contenuto di fibra. Anche l'eccesso di azoto può essere molto problematico: il ciclo vegetativo del pomodoro si allunga provocando un ritardo nella produzione ed una maturazione scalare, con conseguente difficoltà nella raccolta meccanica. Inoltre, le piante saranno talmente tanto lussureggianti da diventare meno resistenti agli stress ambientali e agli attacchi parassitari.
Il fosforo influenza l'accrescimento della pianta. Se ce n'è poco la crescita è ridotta, le vecchie foglie si colorano di rosso e si riduce il numero di fiori. Anche il potassio influenza la qualità delle bacche e quando è carente si può osservare la necrosi dei margini delle foglie più vecchie e una ridotta qualità dei frutti in post raccolta. Il calcio contribuisce al mantenimento dell'integrità delle membrane cellulari, conferendo resistenza della bacca al marciume apicale, mentre il magnesio è un elemento importante per la produzione di clorofilla e per la fotosintesi.
Ipotizzando una produzione di 100 tonnellate ad ettaro di pomodoro da industria, si potranno applicare circa 200 chilogrammi ad ettaro di azoto, 100 chilogrammi ad ettaro di P2O5, 150 chilogrammi ad ettaro di K2O.
In ogni caso è importante prendere come riferimento i Disciplinari di Produzione Integrata delle singole regioni dove sono riportate le tabelle con le dosi standard.
Disciplinare di Produzione Integrata Pomodoro da industria - anno 2022 - concimazione azoto
(Fonte foto: Regione Puglia)
Disciplinare di Produzione Integrata Pomodoro da industria - anno 2022 - concimazione fosforo
(Fonte foto: Regione Puglia)
Disciplinare di Produzione Integrata Pomodoro da industria - anno 2022 - concimazione potassio
(Fonte foto: Regione Puglia)
Quando concimare il pomodoro da industria
La concimazione di fondo viene fatta poco prima del trapianto e permette di creare una buona base di macroelementi per le prime fasi di crescita del pomodoro da industria. Superato lo stress da trapianto possono essere applicati i vari concimi semplici, binari e ternari facendo riferimento alle varie fasi fenologiche che necessitano più attenzione.
L'azoto o viene aggiunto con la fertirrigazione o è bene che venga frazionato: il 30% della dose totale all'inizio, subito dopo l'attecchimento delle piantine, la parte restante durante il ciclo colturale, fino a non oltre 30 giorni dalla raccolta. Il picco di assorbimento, come per il potassio, è tra la quinta e la nona settimana dal trapianto, in corrispondenza con la fase di rapido sviluppo vegetativo e l'inizio della fioritura. Il potassio va applicato solo se il terreno ne è molto carente, anche in questo caso attraverso la concimazione di fondo e poi fino all'invaiatura.
Il fosforo, invece, va diviso a metà. Una parte verrà usata per la concimazione di fondo e l'altra durante l'intero ciclo colturale.
Il magnesio viene assorbito principalmente in fioritura, mentre il calcio è importante nella fase di allegagione ed ingrossamento delle bacche.
Concimazione inorganica e organica del pomodoro da industria
Come accennato in precedenza, l'uso scorretto o eccessivo dei fertilizzanti inorganici può causare effetti negativi.
Questi possono essere persi nell'atmosfera o nelle fonti idriche, con conseguenti emissioni di gas serra, eutrofizzazione dell'acqua e altri problemi ambientali. Per esempio, i concimi nitrici possono essere facilmente persi per lisciviazione e/o ruscellamento nelle falde, sono anche suscettibili a fenomeni di volatilizzazione nell'aria e di immobilizzazione nel terreno.
Da questo punto di vista, i fertilizzanti organici sono più sostenibili. Questi possono essere sia di origine animale che vegetale: letame, vermicompost, residui vegetali, scarti industriali, sovesci. Il tasso di rilascio dei nutrienti dei fertilizzanti organici è lento e difficilmente supera la capacità di assorbimento delle piante rispetto ai fertilizzanti chimici.
Inoltre, hanno dei vantaggi in più. Oltre a migliorare la crescita e la produttività delle piante, i concimi organici, andando ad incrementare il contenuto di sostanza organica del terreno, possono migliorare le proprietà fisiche, chimiche e microbiche del suolo aumentando la sua fertilità nel lungo termine.
È importante sottolineare il loro contributo al miglioramento dell'attività microbica del suolo perché è grazie a questo che i microrganismi benefici possono collaborare con le piante e aiutarle nello sviluppo. Possono convertire l'azoto inorganico e rennderlo più facilmente disponibile per le piante o ancora proteggerle da patogeni dannosi.
Diversi studi scientifici hanno dimostrato l'efficienza dell'applicazione combinata di fertilizzanti organici e inorganici per migliorare e sostenere la fertilità del suolo, i raccolti e l'efficienza nell'uso dei nutrienti agronomici in maniera integrata.
Pomodoro da industria
(Fonte foto: © Deyan Georgiev - Adobe Stock)
Innovazione nella concimazione del pomodoro
La fertirrigazione
La fertirrigazione è una tecnica di distribuzione non proprio nuova ma comunque estremamente utile per ridurre gli sprechi. È la tecnica più utilizzata, soprattutto per quanto riguarda il pomodoro da industria, ed è innovativa perché permette di irrigare e fertilizzare contemporaneamente razionalizzando la distribuzione del concime.
La fertirrigazione nel pomodoro da industria fa risparmiare fino a 40 chilogrammi ad ettaro di concime azotato e può far aumentare la produzione anche del 20-30%. Inoltre, l'effetto sinergico di acqua e fertilizzanti ne migliora l'assorbimento e l'efficienza del consumo da parte della pianta.
Con questa tecnica di distribuzione sono consigliati fertilizzanti come il nitrato di potassio e il nitrato ammonico, il fosfato mono o bi ammonico e l'acido fosforico, il nitrato di magnesio e il solfato di magnesio.
Concimazione di precisione
Razionalizzare gli interventi di concimazione aiuta a ridurre gli sprechi ed evitare i problemi ambientali che derivano da una eccessiva fertilizzazione. Qui entra in gioco l'agricoltura di precisione che aiuta nel capire quanta soluzione nutritiva apportare e in quale fase fenologica.
Ci si può quindi affidare a strumenti e tecnologie in grado di raccogliere informazioni sul vigore vegetativo, lo stato nutrizionale della coltura o la presenza di stress, così da definire in maniera precisa l'applicazione delle unità fertilizzanti.
Ci sono anche dei software che consentono di stimare le asportazioni giornaliere di azoto nel pomodoro da industria, fornendo utili indicazioni sul quantitativo e sui tempi di distribuzione del fertilizzante.
Con questi strumenti si possono realizzare dei modelli per la stima indiretta delle esigenze nutrizionali della coltura e delle mappe di prescrizione che indicano la dose ottimali di fertilizzante da apportare e la zona del campo in cui c'è più bisogno.
Microrganismi benefici e fertilizzanti bio organici
Si può arricchire il suolo con microrganismi benefici oppure apportare dei veri e propri fertilizzanti bio organici costituiti da agenti microbici e compost. Sono entrambi approcci vantaggiosi che possono aumentare la resa e ridurre la perdita di azoto.
I microrganismi da aggiungere al terreno possono essere diversi. Per esempio, in uno studio su pomodoro da industria è stato valutato l'effetto delle micorrize arbuscolari. È stato dimostrato che l'associazione con le micorrize (ceppi di Glomus intraradices) migliora l'assorbimento del fosforo da parte delle radici delle piante e di conseguenza aumenta la resa. In questo modo ci si può anche permettere di ridurre l'uso di fertilizzanti.
Un fertilizzante bio organico può essere costituito da microrganismi che promuovono la crescita delle piante (Pgpm, plant growth promoting microorganisms). Questi, oltre a stimolare lo sviluppo della coltura, sono in grado di aumentare l'efficienza d'uso dei nutrienti e in questo modo permettono di ridurre l'apporto di fertilizzanti fino al 50% senza causare alcuna perdita di resa.
Uno studio su pomodoro ha testato un fertilizzante bio organico composto da Trichoderma harzianum arricchito con un fertilizzante chimico. Questa combinazione si è dimostrata una valida strategia integrativa di concimazione per aumentare le rese e ridurre il quantitativo di fertilizzante inorganico. È aumentato anche il numero di microrganismi utili e la fertilità del suolo.
Il digestato e il biochar per la concimazione del pomodoro
Il digestato è un sottoprodotto della digestione anaerobica proveniente dalla produzione dell'impianto di biogas. È ricco di minerali, come azoto e fosforo, e sostanza organica, e per questo rappresenta un interessante fonte di elementi nutritivi in un ottica di economia circolare e sostenibilità.
Il biochar, invece, è una matrice inorganica ricca di carbonio ottenuta da materiale organico in totale o parziale assenza di ossigeno a temperature inferiori a 700 °C. Il biochar può migliorare le prestazioni di crescita e la resa delle colture, modificando le proprietà chimiche del suolo rendendo maggiormente disponibili alcuni nutrienti minerali.
In uno studio è stata valutata l'efficacia dell'applicazione del digestato, del biochar e della loro combinazione sulla resa e le caratteristiche dei frutti del pomodoro da industria. Le piante concimate con la combinazione dei 2 fertilizzanti hanno registrato la resa massima commerciabile. Si è riscontrato un aumento del numero e del peso dei frutti.
Inoltre, la combinazione digestato e biochar ha migliorato 2 importanti parametri di qualità della frutta come i gradi Brix e la viscosità Bostwick, garantendo così una migliore qualità della frutta per le aziende conserviere di pomodori.
La fertilizzazione con questi 2 prodotti ha anche permesso una rapida assimilazione dell'azoto durante il ciclo di crescita della coltura e una senescenza precoce della pianta alla maturità del frutto, con conseguente facilitazione della raccolta meccanica.
Concimare il pomodoro con il frass degli insetti
Con l'emergere del mercato degli insetti per l'alimentazione animale e umana e quindi lo sviluppo di allevamenti intensivi, stanno comparendo nuovi sottoprodotti. Tra questi c'è il frass cioè gli escrementi degli insetti, che spesso rappresenta un grande potenziale come fertilizzante organico.
In uno studio è stata sperimentato il frass della mosca soldato Hermetia illucens, la cui larva può essere utilizzata per l'alimentazione di polli e pesci, come fertilizzante organico ricco di nutrienti combinato con un fertilizzante minerale Npk su pomodoro a confronto con altri concimi organici.
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La combinazione, frass di mosca soldato e fertilizzante Npk, ha permesso di ottenere le rese migliori superiori anche fino al 50% rispetto alla concimazione con il solo concime Npk. Inoltre, è stata determinata anche la più alta efficienza agronomica di utilizzo dell'azoto e l'aumento della crescita vegetale.
Frass di Hermetia illucens presso l'azienda Fattoria Gallorosso
(Fonte foto: AgroNotizie®)
Ecco quindi un altro potenziale fertilizzante organico in grado di aumentare la crescita, le rese e la qualità nutrizionale in modo simile o migliore rispetto ai fertilizzanti organici e minerali commerciali, che ridurrebbe l'uso di fertilizzanti minerali e contribuirebbe a ridurre il relativo carico di inquinamento ambientale.