Si tratta di prodotti contenenti inoculi di funghi micorrizici, idrolizzati proteici di origine vegetale e animale, estratti vegetali e di alghe. Numerose ricerche hanno dimostrato le potenzialità di impiego dei biostimolanti nel migliorare le performance agronomiche delle colture, soprattutto in condizioni di stress ambientale.
Inoltre sono stati evidenziati interessanti effetti sinergici sulle colture indotti dall'apporto integrato di sostanze biostimolanti e microrganismi benefici. Tali effetti sono stati ottenuti combinando insieme funghi micorrizici arbuscolari o batteri promotori della crescita con sostanze umiche, estratti di alghe o idrolizzati proteici.
Radici micorrizate
(Fonte foto: Università degli Studi della Tuscia)
In una prova condotta su lattuga coltivata su suolo sabbioso presso l'Università della Tuscia, l'apporto al trapianto di un inoculo di funghi micorrizici arbuscolari, seguito da applicazioni settimanali di idrolizzato proteico vegetale a livello radicale, ha indotto un incremento di biomassa fresca epigea del 47% rispetto alle piante non trattate; tale incremento è stato di gran lunga superiore all'effetto determinato dall'idrolizzato proteico (+9%) o dall'inoculo di fungo micorrizico (+27%), applicati singolarmente.
La positiva sinergia tra sostanze e microrganismi, se da un lato induce un incremento dell'effetto e dei benefici sulla coltura, dall'altro consente di ridurre la dose di prodotto da apportare. Secondo i risultati di alcune sperimentazioni, l'apporto combinato di un inoculo di funghi micorrizici con sostanze umiche ha permesso di applicare una dose inferiore di propaguli dei funghi rispetto alla dose consigliata nel caso in cui il trattamento sia effettuato con sole micorrize; in presenza di sostanze umiche non sono state osservate variazioni significative sulla micorrizazione radicale pur riducendo la quantità di inoculo dei funghi.
Gli effetti sinergici tra microrganismi e sostanze biostimolanti sono da ricondurre ad una azione diretta esercitata dalle sostanze biostimolanti sull'attività microbica, essendo tali sostanze fonte di nutrimento e/o di protezione dagli stress ambientali delle strutture di riproduzione e di crescita dei microrganismi; le sostanze biostimolanti favoriscono inoltre la rizogenesi ed incrementano il rilascio da parte delle radici di sostanze nutritive (essudati radicali) utili alla microflora tellurica.
Per questi motivi, le aziende produttrici di biostimolanti sono sempre più interessate sia a sviluppare prodotti che possano combinare microrganismi e sostanze biostimolanti, sia a promuovere strategie di gestione delle colture che integrino l'apporto di biostimolanti e di microrganismi nei diversi momenti del ciclo colturale al fine di massimizzare l'efficacia dei prodotti sulle colture.
Infine, notevole interesse da parte delle aziende sta suscitando anche la realizzazione di concimi contenenti biostimolanti al fine di incrementare l'efficienza di assorbimento e di assimilazione degli elementi nutritivi da parte delle colture.
di Giuseppe Colla del dipartimento di Scienze agrarie e forestali, Università della Tuscia, Viterbo,
Mariateresa Cardarelli del Crea - Centro di ricerca orticoltura e florovivaismo, Pontecagnano Faiano (Sa) e
Youssef Rouphael del dipartimento di Agraria, Università degli studi di Napoli Federico II, Portici
Ringraziamenti
L'articolo rientra nell'attività svolta nell'ambito del WP 7 del Progetto 'SAFE-Med' finanziato al dipartimento di Scienze agrarie e forestali dell'Università degli studi della Tuscia dal Miur con la legge 232 del 2016 (dipartimento di eccellenza).
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Fonte: Università degli Studi della Tuscia - Dipartimento di Scienze agrarie e forestali