Nuove grane per l'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa): dopo le numerose perplessità suscitate dal proprio lavoro di valutazione delle sostanze attive in revisione, i 27 paesi membri continuano a non essere d'accordo con l'operato di Largo Palli a Parma1, nemmeno sull'argomento che ne ha portato alla fondazione nel 2002: la sicurezza alimentare.

Nella riunione del 26-27 gennaio scorso dello Standing Committee on the Food Chain and Animal Health (SCFCAH – sezione Pesticides residues) il voto sulla proposta di aggiornamento del regolamento 396/2005 sui limiti massimi di residuo dei principi attivi benfuracarb, carbosulfan, benomyl, carbendazim, dimethoate, omethoate, ethephon, fenamiphos, fenarimol, methamidophos, methomyl, thiodicarb, oxydemethon-methyl, procymidone, pyrimiphos-methyl e vinclozolin , alcuni dei quali revocati da tempo2, è stato rimandato per la seconda volta principalmente, dicono i bene informati, per le “imprecisioni” nella valutazione del rischio per il consumatore condotta dall'EFSA che, se applicate, avrebbero causato la cancellazione di molti impieghi da principi attivi importanti per l'agricoltura comunitaria, con l'unico risultato di concedere ancora maggiore spazio a molti prodotti extra UE dalla sicurezza tutta da dimostrare.

Ancora una volta sono responsabili le rigide tempistiche previste dalla normativa, secondo le quali entro dodici mesi dall'iscrizione di una sostanza attiva nell'allegato 1 della direttiva 91/414 l'EFSA deve pronunciarsi sui limiti massimi di residui della sostanza, procedura corretta sulla carta ma quasi inapplicabile in una procedura farraginosa come quella comunitaria che, mescolando tecnica e politica, ha fatto registrare in alcuni casi risultati a dir poco sorprendenti. L'impressione generale è che per rispettare le strettissime scadenze della normativa in vigore si sia dovuto sacrificare molto alla qualità della valutazione, che in alcuni casi viene condotta su dati non più attuali e senza consultare lo stato relatore, che spesso può far valere le proprie ragioni solo in fase di votazione, con notevoli perdite di tempo e risorse.

Siamo tuttavia convinti che una volta a regime, casi come quello segnalato saranno sempre più rari: ne va dell'intera credibilità delle istituzioni comunitarie.

 

1Indirizzo dell'EFSA

2In questo caso non per colpa dell'EFSA, che non sceglie i principi attivi da valutare ma le vengono commissionati