Solitamente non ci occupiamo di biocidi, che assieme ai prodotti fitosanitari sono tra i prodotti che necessitano di maggiori investimenti per ottenerne l’autorizzazione all’immissione in commercio, ma la notizia della prima autorizzazione europea di un biocida non poteva essere ignorata, se non altro per verificare se quanto avviene nel settore dei biocidi può fornire utili spunti per migliorare la non esaltante situazione della revisione comunitaria degli agrofarmaci, che nella migliore delle ipotesi si concluderà con cinque anni di ritardo su quanto preventivato.
Se tutto andrà secondo le ultime previsioni, la prima fase di applicazione della direttiva 91/414 impiegherà 17 anni rispetto ai 12 preventivati, cioè oltre il 40% di tempo in più.
Tralasciando i facili parallelismi con l’andamento delle opere pubbliche in Italia, osserviamo se nei biocidi si è imparato qualcosa dall’esperienza negativa degli agrofarmaci. Il primo biocida autorizzato si chiama “fluoruro di solforile”, è un fumigante ed è meglio conosciuto sotto la sua denominazione commerciale di “Vikane”. Non si può dire che sia una novità: Kenaga ne descrive le sue proprietà insetticide già nel 1957 (Journal of Economic entomology 1957, 40, 1) e viene commercializzato per la prima volta da Dow nel 1958. Il prodotto è infatti efficace nei confronti di molte specie di insetti e roditori, e il suo impiego prevede la fumigazione di ambienti chiusi come preservante del legno.
La particolarità dell’utilizzo del prodotto ne ha sicuramente facilitato la valutazione da parte degli esperti sia della Svezia, stato relatore, che degli altri paesi che hanno partecipato alla valutazione congiunta. Le modalità di applicazione in ambienti chiusi hanno fortemente semplificato la valutazione di impatto ambientale del prodotto, così come i suoi effetti nei confronti dell’uomo (esposizione alimentare: non rilevante, esposizione degli operatori: molto limitata), che infatti non hanno destato particolari preoccupazioni.
La direttiva d’iscrizione del fluoruro di solforile (direttiva 2006/140/CE del 20 dicembre 2006) è stata pubblicata sulla Gazzetta UE L 414 del 30 dicembre 2006, circa otto anni dopo la pubblicazione della direttiva di riferimento (Direttiva 98/8/CE), mentre la direttiva 91/414 ha aspettato sei anni per vedere iscritta in allegato 1 la sua prima sostanza (Imazalil, direttiva 97/73/CE). I ritardi della 91/414 si sono accumulati successivamente e quindi anche la direttiva biocidi ha tutto il tempo per eguagliarla, anche se ovviamente ciò non è assolutamente auspicabile.