Sarà un autunno senza castagne? La domanda, seppure provocatoria, è lecita se si considera che il clima torrido e siccitoso di questa estate e la crescente diffusione del Cinipide hanno portato a una drastica riduzione della produzione di castagne e marroni.
Una raccolta molto 'magra' con cali generalizzati dell'80%. A rischio, oltre alla fornitura del tipico e amato frutto dell’autunno italiano, più di 700 mila ettari di bosco sull’intero territorio nazionale e oltre a 34 mila aziende agricole. Si teme anche per il pericolo incendi nei castagneti sempre più spesso abbandonati, perché non produttivi.

Per approfondire l'argomento abbiamo intervistato Ivo Poli, presidente dell'Associazione nazionale Città del castagno.
 
Quale è la situazione produttiva castanicola per quest'anno?

“Il 2012 sarà ricordato come un anno molto difficile per il castagno. La produzione italiana ed europea è generalmente poca e scadente. Le cause sono soprattutto la siccità e la presenza del cinipide che sta danneggiando sia la produzione che lo stato vegetativo delle piante”.


Quale è la situazione per il Torymus sinensis e la lotta biologica al Cinipide?

“Visti i buoni risultati ottenuti dall’Università di Torino, la lotta biologica con l’utilizzo dell’antagonista del cinipide Torymus sinensis si sta ormai diffondendo in tutta Italiasoprattutto ad opera dei servzi fitosanitari regionali.
Alcune Regioni sono già arrivate al terzo o quarto anno di lancio dei Torymus e si sono già dotate di campi di riproduzione. Ottima l’esperienza dell’Emilia-Romagna che nel campo di riproduzione di Reggio Emilia ha ottenuto insetti sufficienti per raddoppiare i lanci previsti.
Per il 2013 dovrebbero essere disponibili ulteriori fondi del Mipaaf (oltre a quelli assegnati alle Regioni) da destinare alla divulgazione della lotta biologica e nella distribuzione  del parassitoide agli Enti interessati. Questo compito verrà affidato all’Associazione Città del Castagno unitamente al Centro studi e divulgazione di Marradi e a Castanea (rete europea del castagno)”.


A che punto è l'attività di ricerca e la valutazione sulle linee guida in base a quanto stabilito nel Tavolo di filiera in guscio - sezione castagno tenutasi il 24 giugno 2011 presso il Mipaaf?

“L’attività di ricerca è attualmente in fase d’attesa di finanziamento da parte del Mipaaf, ma non è completamente ferma poiché le Università interessate, in particolare Torino, continuano a raccogliere dati e ad effettuare ricerche e sperimentazioni per rendere sempre più efficace la lotta al cinipide”. 


Quali sono le prospettive per il comparto castanicolo?

"A breve termine non sono buone, sia per l’andamento delle produzioni che per la difficoltà a far capire a Bruxelles il valore della castagna sativa europea in contrapposizione alla produzione cinese ed extraeuropea che sta invadendo i mercati. In prospettiva si ritiene possibile un rilancio della castanicoltura italiana ed europea basata soprattutto sulla qualità delle produzioni e tenendo conto che in Piemonte si registrano già risultati positivi nella lotta al Cinipide”.

 


Uno sguardo al territorio di Castel del Rio

Anche a livello locale la situazione non sembra essere differente da quella nazionale.
“L’andamento climatico di questa estate caratterizzato da caldo torrido e scarse precipitazione idriche ha ridotto drasticamente la capacità produttiva delle piante - spiega Ernesto Bisi, presidente Consorzio castagna di Castel del Rio -. Castagni già fortemente provati da un 2011 climaticamente non idoneo tendono a sopravvivere per autodifesa riducendo così la tendenza alla produzione. La maturazione dei frutti è in ritardo ma prevediamo che la produzione nei nostri areali sarà inferiore del 90% rispetto allo standard: dai 5 mila quintali che mediamente produciamo passeremo ai 450 quintali circa dell’attuale stagione”.

A dieci anni di distanza dal ritrovamento dei primi focolai in Piemonte del Dryocosmus kuriphylus, il cinipide del castagno, e a quattro da quelli nell’Appennino emiliano-romagnolo, la diffusione dell’insetto non si è arrestata. E’ sicuramente difficile però quantificare l’impatto diretto di questo insetto sulla produzione. Sta di fatto che aggraverà sicuramente il danno legato a stati di sofferenza vegetativa nelle annate siccitose e renderà le piante maggiormente suscettibili agli attacchi del cancro del castagno.

“A tre anni dai primi lanci dell’antagonista del Cinipide nell’areale di Castel del Rio - conclude Bisi - i risultati sembrano essere interessanti, grazie anche al suo ambientamento. Servono però ancora diversi anni per trovare un equilibrio tra insetto parassita e il suo antagonista”.