A firmare l’atto di collaborazione, di durata decennale, sono stati ieri, i rispettivi presidenti, Giovanni Gius ed Enrico Giovannini. Per l’Istituto agrario vuol dire intensificare e rafforzare il legame col territorio, col mondo produttivo, per Avit invece, associazione che raggruppa 19 aziende vivaistiche ed una cooperativa con 36 soci, significa anche poter utilizzare il marchio ISMA per la promozione delle selezioni di materiale clonale di interesse per il mondo viti-vinicolo, non solo provinciale.
L’Istituto agrario, sede dell’associazione nazionale che riunisce i principali costitutori viticoli italiani nonché socio fondatore del Nucleo di premoltiplicazione dei materiali di categoria 'base' per le tre Venezie, si occupa da oltre 40 anni di selezione sulle più importanti varietà coltivate per la provincia di Trento, ma anche su vitigni di rilevanza nazionale e internazionale. Il patrimonio clonale assomma 37 cloni di 12 varietà di Vitis vinifera e due cloni di portainnesti ibridi, oltre altri in co-costituzione.
Avit e Iasma coordineranno una serie di progetti, anche a finanziamento pubblico, riguardanti la selezione clonale sanitaria ed il miglioramento varietale della vite. Per questo motivo sarà incaricata una commissione composta da sei membri, i cui tre rappresentanti Avit sono già indicati nello stesso Giovannini, affiancato da Silvano Sommadossi e Daniele Bassi (quest’ultimo in rappresentanza dei vivai cooperativi di Padergnone), che a sua volta saprà coinvolgere i produttori al fine di rispondere esaurientemente alle richieste del mondo vitivinicolo. Nella fattispecie Avit fornirà il necessario supporto tecnico-logistico, la disponibilità degli spazi per la moltiplicazione del materiale e contribuirà al controllo delle preselezioni, anche con la creazione dei campi di confronto. L’associazione potrà apparire perciò come co-costitutore, in sede di omologazione di nuovi cloni.
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