Il 17 Luglio si è tenuto, presso la sede di SIS (Società Italiana Sementi) l’incontro tecnico “Qualità delle colture cerealicole sementiere” organizzato da CRPV in collaborazione con SIS e Conase (Consorzio nazionale sementi). In apertura M. Nardi Segretario AIS, ha illustrato gli effetti della riforma PSC sulla qualità delle colture sementiere, con particolare riguardo per il frumento duro, evidenziando come in Italia i fondi per le attività di ricerca varietale siano di gran lunga più bassi di quelli stanziati da altri Stati membri quali Francia o Germania, cui corrisponde, ogni anno, un numero di varietà iscritte veramente esiguo.
Ciò a detrimento del panorama varietale che costituisce una delle ricchezze della nostra cerealicoltura.
Dopo queste note, non propriamente positive ma realistiche, i tecnici di SIS e in particolare S. Ravaglia, hanno illustrato alla platea, composta dai principali Consorzi agrari della Regione, da mangimisti, moltiplicatori di seme e rappresentati di Società sementiere, i risultati del progetto, cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna (L.R. 28/98) e da Soci del CRPV.
Negli anni 2004-2005 è stato effettuato il più importante monitoraggio in Emilia Romagna delle produzioni cerealicole sementiere, finalizzato al miglioramento qualitativo delle stesse quale strumento indispensabile di competitività del settore.
Con la partecipazione delle più importanti realtà sementiere della regione, nel biennio sono stati raccolti 277 campioni di grano tenero, 207 di duro e 94 di orzo, accompagnati da una scheda che raccoglieva le principali informazioni agronomiche e fitosanitarie delle aziende di provenienza degli stessi. Simulando le condizioni di uno stabilimento sementiero, tutti i campioni sono stati analizzati per i principali parametri di interesse quali scarto, resa, peso 1000 semi, germinabilità, ecc. e opportunamente incrociati con quelli delle schede agronomiche quali lavorazioni del terreno, difesa antiparassitaria, fertilizzazione, ecc. Ciò ha consentito di tracciare un quadro positivo, anche se molto variegato delle nostra produzione cerealicola sementiera.
Le prime indicazioni che è stato possibile trarre dalla grandissima mole di dati a disposizione (che verranno ulteriormente analizzati e interpretati) suggeriscono che il grano duro risulta la specie cui riservare la maggiore attenzione (questo anche in previsione di una sua forte espansione nel nostro territorio regionale), che è possibile intravedere un effetto che ambiente o area di coltivazione hanno sulla qualità delle produzioni stesse e, inoltre, che esiste una correlazione negativa tra percentuale di scarto e germinabilità e tra scarto e parametri merceologici.
E’ stata oltretutto evidenziata l’importanza di operazioni colturali quali la difesa contro le fusariosi e il corretto uso di macchine per la raccolta.
Pertanto, pur considerando sufficientemente positivi i risultati di questo monitoraggio, si è rimarcato come i margini di miglioramento della qualità siano ancora notevoli, auspicando però una filiera ben organizzata in grado di valorizzare anche economicamente questi percorsi “virtuosi”.
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Fonte: Agronotizie