Tutti i programmi di sviluppo rurale presentati dalle regioni italiane hanno superato l'esame di Bruxelles e numerosi sono gli articoli che i periodici del settore agricolo hanno destinato a questo argomento. Iniziamo con “Terra e Vita” numero 48 che a pagina 6 della sua edizione sfogliabile offre una panoramica su tutti i Psr con il dettaglio economico regione per regione. Alcune anticipazioni erano già arrivate da “Informatore Agrario” numero 46 con un approfondimento sul Psr del Lazio, orientato allo sviluppo dell'agricoltura sostenibile. In Umbria una parte importante del Psr è dedicata alla sostegno degli agricoltori giovani, ai quali sono destinati fondi per 20 milioni di euro, come si può leggere su “Agrisole” numero 48. In Veneto, scrive “Informatore Agrario” numero 47, si è preferito puntare sull'efficienza, cercando di snellire le procedure per accedere ai sostegni previsti dal Psr. Un'importante novità riguarda il Programma di sviluppo rurale nazionale, anch'esso recentemente approvato. Come scrive “Terra e Vita” numero 49-50, a quest'ultimo sono destinati 2,2 miliardi di euro. Entra nei dettagli dell'applicazione della Pac “Il Contoterzista” numero 12 che a pagina 20 della sua edizione sfogliabile si occupa delle leguminose da granella, premiate due volte, sia con i sostegni accoppiati e sia per l'essere considerate colture per le aree di interesse ecologico.
I soldi della “Stabilità”
Molta attenzione è dedicata alla Finanziaria 2016, ribattezzata legge di Stabilità, che all'agricoltura ha destinato molte risorse, come ad esempio il credito di imposta per gli investimenti realizzati dalle aziende del Mezzogiorno. I dettagli si possono leggere sul numero 52 di “Agrisole”, e ancora sullo stesso numero di “Agrisole” si apprende che il Governo è stato costretto a fare un passo indietro per le indicazioni di origine sulle etichette di alcuni prodotti alimentari per non rischiare un'ennesima procedura di infrazione da parte dell'Unione europea. Sempre in tema di sostegni all'agricoltura “Informatore Agrario” numero 46 si occupa dei bonus previsti dal decreto competitività per l'e-commerce dei prodotti agroalimentari. Esordio stentato intanto per l'addio ai diritti di impianto del settore viticolo, argomento del quale si occupa il mensile “Vigne & Vini”.
2015, bilancio positivo
Chiusura d'anno positiva sui mercati per il settore agricolo, con i redditi agricoli in ripresa e un rilancio della competitività del comparto, come si apprende da “Agrisole” numero 52. Un bilancio positivo che lo stesso “Agrisole” aveva anticipato nel numero 49, commentando l'incremento del valore aggiunto della produzione agricola, cresciuto del 3,7% nel terzo trimestre dell'anno scorso. Risultati di tutto rispetto nonostante l'embargo della Russia, che ha comportato una riduzione importante dell'export, come evidenzia dalle pagine di “Informatore Agrario” numero 47 il presidente di Federalimentare, Luigi Scordamaglia. Per comprendere il reale valore dell'agricoltura non ci si può fermare ai prodotti dei campi, ma occorre allargare l'orizzonte all'influenza positiva che le coltivazioni agricole hanno sul paesaggio. Una recente analisi della Cia su questo argomento, riportata da “Terra e Vita” numero 48, indica in oltre 27 miliardi il valore dell'ambiente agricolo. Non solo tutela dell'ambiente, ma anche molte altre opportunità si dispiegano di fronte all'agricoltura, in particolare nelle aree periurbane. È il concetto di multifunzionalità del quale si occupa con un ricco supplemento il settimanale “Terra e Vita”.
Il prezzo del latte
In dicembre il mondo degli allevamenti ha potuto finalmente salutare il raggiungimento di un accordo per il prezzo del latte. Come si sia arrivati a fissare a 37 centesimi al litro il prezzo della latte lo racconta il numero 21 di “Informatore Zootecnico”. Un prezzo, spiega “Agrisole” numero 48, che già da mesi era stato fissato dal mondo della cooperazione e in particolare dal gruppo Granarolo. L'accordo, commenta “Terra e Vita” numero 48, ha però valore per soli tre mesi e a febbraio è già destinato a cadere. Dal latte alla carne con il mensile “Suinicoltura”, che nel numero 12 ospita l'analisi di uno studio di fattibilità condotto da Ismea per rispondere alla domanda di carni fresche suine e per ridurre le importazioni. La soluzione potrebbe arrivare dal suino intermedio, in pratica l'allevamento di un animale dal peso di circa 100 kg per la produzione di carne da consumo fresco, da affiancare ai tradizionali allevamenti di suino pesante destinati invece ai circuiti di trasformazione, in particolare per la produzione di prosciutti.
07 gennaio 2016 Economia e politica