Una volta si parlava di geni killer, così battezzati per la loro capacità di mettere fine alla vita di un seme gm sfuggito per qualche ragione al controllo dell'Uomo. Ciò però scatenò le ire degli anti-Ogm, i quali videro in questa "morte programmata" solo una mossa per obbligare gli agricoltori a comprare semi freschi tutti gli anni. Una cosa che già fanno da decenni, peraltro, senza aspettare geni killer e campagne di disinformazione ambientalista. Accantonati in fretta i geni killer, più che altro per motivi politici, la ricerca non si è però fermata e ora potrebbe esservi una nuova opportunità per coltivare Ogm rendendo impossibile la diffusione nell'ambiente dei geni trasferiti in laboratorio.  

L'idea è stata sviluppata presso l'Università di Yale, negli Usa, e ha previsto la riscrittura del Dna di un ceppo di batteri in modo che potesse codificare per uno speciale aminoacido sintetico. Gli aminoacidi sono i mattoni delle proteine e se uno di questi cambia, solo l'organismo che codifica per quello specifico aminoacido può svilupparsi. In altre parole, le genetiche gm non potrebbero manifestarsi al di fuori della coltura stessa, in quanto le piante spontanee, anche nel rarissimo caso si ibridassero con quelle gm, non sarebbero in grado di sintetizzare l'aminoacido inedito. Quindi non sopravviverebbero.
Questi organismi sono stati ribattezzati Organismi Genomicamente Ricodificati dal momento che hanno un nuovo codice genetico e si presentano per questo più sicuri per l'ambiente, migliorando al contempo l'efficienza degli organismi ingegnerizzati.

Non per raffreddare troppo l'ottimismo dei ricercatori di Yale, ma se in Italia di parlasse di un aminoacido sintetico e di Dna particolari, si teme che la reazione mediatica e politica possa essere ancor più pesante di quelle avute un tempo contro il Gene Killer. Se il loro lavoro è cioè focalizzato sulla realizzazione di Ogm più accettabili socialmente, forse hanno scelto una via che difficilmente potrà convincere i Talebani dell'anti-Ogm. Anzi...