Il lancio è dell'Ansa: "La Valle d'Aosta è la prima regione d'Italia completamente Ogm free. È quanto prevede un disegno di legge - approvato oggi dal Consiglio regionale all'unanimità - che abroga la vigente normativa regionale in materia di coesistenza tra colture transgeniche, convenzionali e biologiche (n. 29/2005). Il nuovo testo (composto da sette articoli) introduce il divieto di impiego di organismi geneticamente modificati sul territorio valdostano".

Con una tempestività eccezionale, subito dopo la decisione europea di demandare agli Stati membri la scelta di adottare o meno gli ogm, la Val D'Aosta dà quindi stesura a un apposito disegno di Legge e chiude di fatto le porte agli ogm fra le sue valli e le sue montagne. Ed è proprio la tipologia della Regione che lascia perplessi, visto che nell'area di cui sopra si contano più bovini che Uomini e che gli attuali ogm in commercio (e autorizzati dalla UE) non hanno praticamente alcun interesse agronomico. Non me ne vogliano quindi gli amici valdostani, ma proibirne la coltivazione nella Valle del Genepy e della Fontina suona un po' come proibire lo sci fuori pista in Sardegna.

Va bene che ognuno di noi ha avuto per lo meno una nonna che gli martellava gli zebedei con la logora massima secondo la quale "la prudenza non è mai troppa", ma forse in tema di biotech si sta iniziando davvero a esagerare. Specialmente in un Paese dove si continua a confondere il principio di precauzione con quello di castrazione.