E' allarme piena per il Po, cresciuto i tre metri in sole ventiquattro ore per effetto delle intense precipitazioni degli ultimi giorni. A Piacenza è scattata l’allerta della protezione civile per l’arrivo della piena, ma anche nelle campagne si sta col fiato sospeso. Dal Piemonte al Veneto sono in corso monitoraggi per  l’avvio delle procedure per la richiesta dello stato di calamità.

Coldiretti segnala stalle e aziende isolate perché l’acqua ha raggiunto la viabilità secondaria. Nonostante i fiumi stiano ancora reggendo, migliaia di ettari sono allagati perché il terreno non riesce più ad assorbire l’acqua.
"Non c’è raccolto nelle aree colpite dal maltempo che non sia compromesso" avverte la Coldiretti, che calcola "una perdita fino al 50 per cento nel raccolto di soia e mais ma è persa anche la fienagione perchè il fieno marcisce sui campi. Le fragole pronte per il mercato sono sottacqua e nel veronese gli impianti sono impraticabili, con la metà dell’allegagione rispetto agli anni scorsi per susine, pesche, nettarine e albicocche mentre le ciliegie rischiano la spaccatura prima della maturazione per la troppa acqua".

Non va meglio in Piemonte e Lombardia, dove nel triangolo tra Pavia, Vercelli e Novara (dove si produce il 90 per cento del riso italiano) il maltempo ha condizionato fortemente le semine, con un calo stimato pari al 10 per cento con conseguente previsione di calo dei raccolti .
"Siamo di fronte ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che quest’anno si sono manifestati con le precipitazioni cumulate che al nord sono risultate superiori del 53 per cento rispetto alla media, nei primi  quattro mesi dell’anno" afferma Coldiretti.

La situazione in Veneto
Coldiretti Veneto, che sta monitorando la situazione nelle campagne, informa che la rete locale dei canali dell’Alta Padovana è già a livelli di massima e in alcuni casi si registrano i primi straripamenti a Santa Giustina in Colle, Camposanpiero,  San Giorgio delle Pertiche, Arsego, Borgoricco e Trebaseleghe dove le colture a seminativo sono tutte bagnate. Il corso del Muson è sotto osservazione ma per gli agricoltori della zona, seppur in ritardo con le semine e i lavori, non c’è tregua. "Se non vi sono stati i presupposti per piantare mais e soia, chi ha ortaggi deve far i conti con l’impossibilità di accedere addirittura alle coltivazioni" fa sapere l'organizzazione.
Non va meglio a Scorzè, nel veneziano, dove un quartiere della cittadina è sottacqua completamente, così come nella vicina provincia di Treviso nei comuni di Zero Branco, Mogliano Veneto fino a Silea. Qui il pericolo non è solo per le serre di fiori e verdure, ma anche per gli allevamenti: le scorte di foraggio potrebbero essere compromesse.
Emergenza anche sui Colli Euganei per i dilavamenti sui pendii: primi segnali di cedimento con detriti nelle strade interne di Este. Smottamenti nella pedemontana trevigiana a Cison di Valmarino e Follina. Vigneti allagati a Valdobbiadene.
Questi per gli agricoltori sono danni immediati – commenta Coldiretti Veneto – che rischiano di mettere in ginocchio un settore che ancora non si è ripreso da quelli della  siccità  2012”.