Le stime del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente prevedono che nel 2050 sarà necessario il doppio della quantità d'acqua attualmente a disposizione. Lo stesso settore agricolo avrà bisogno di un'incremento tra il 70% e il 90% in più dell'attuale.
"La crescita dei costi del bene primario – dichiara il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso – indica l'attacco che l'acqua ha più volte ricevuto dai fenomeni speculativi, principali artefici della crescita del suo prezzo di oltre il 50% negli ultimi dieci anni".
Nonostante la problematica dell'approvvigionamento idrico, anche in relazione alle previsioni sull'aumento fino a 9 miliardi della popolazione mondiale nei prossimi quarant'anni, sia una tematica di interesse primario, è ancora troppo debole l'impegno italiano per ridurre il suo spreco. Mentre in Europa numerosi Paesi sono in uno stato avanzato nella protezione delle acque superficiali e sotterranee, l'Italia rimane ancora una volta il fanalino di coda. Lo sfruttamento incontrollato delle risorse idriche desta grande allarme per il futuro, e in tal senso, l'applicazione delle direttive comunitarie volte a contrastare un uso squilibrato dell'acqua da parte dei vari settori economici, sarebbe un importante strumento di gestione.
"Purtroppo - continua Tiso - in questi anni si è spesso confusa la necessità di migliorare i servizi idrici con la loro privatizzazione. E' invece, proprio attraverso l'idea che questo bene primario non possa essere forma di lucro e spetti per diritto a tutti gli individui, che va individuata una programmazione per la gestione dell'acqua e per il miglioramento dei servizi idrici che tuteli il futuro del pianeta".
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Fonte: Confeuro