Federalismo fiscale e imprese agricole. Ma non solo. Le differenze di pressione tributaria dovute al tipo di impresa, se agricola o operante in altri settori, alle diverse tipologie giuridiche o alla distribuzione territoriale che sembra penalizzare le imprese più efficienti del centro-nord. Questo e molto altro ancora sarà il focus del seminario Una nuova fiscalità per le imprese agricole: sfide e problemi aperti, organizzato dall’Inea e dall’Associazione Rossi-Doria il 22 giugno, alle ore 14.30 presso la sede dell’Inea, in via Nomentana 41.

L’incontro fornirà l’occasione per riflettere sulla struttura del prelievo tributario nel settore agricolo, dopo l’introduzione dell’Imu al posto dell’Ici, con i conseguenti mutamenti nella distribuzione del carico fiscale. 

L’Imu, infatti, reintroduce il principio dell’eguaglianza di determinazione della base imponibile per tutte le tipologie d’impresa; inoltre, dovrebbe aumentare il carico fiscale per tutte le imprese che sotto l’Ici godevano di consistenti agevolazioni, ossia le imprese individuali ed alcune tipologie di società di persone. Il problema si pone anche a livello territoriale, in tutte quelle regioni in cui il livello medio del reddito dominicale è particolarmente modesto e la sua distribuzione concentrata sui valori più bassi, come avviene per lo più nelle regioni del Mezzogiorno. 

La diretta conseguenza consisterebbe nella riduzione dei divari di pressione tributaria tra le tipologie di impresa e tra le regioni, in controtendenza rispetto a quanto ipotizzato con i provvedimenti di determinazione opzionale del reddito d’impresa per le società a responsabilità limitata, in nome collettivo ed in accomandita semplice. 

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