Confagricoltura valuta sintomatico quanto avvenuto in commissione Agricoltura della Camera, dove una parte dello schieramento di Governo, pur di salvare l’emendamento per gli splafonatori del latte, non ha esitato a mandare in crisi la maggioranza. 

"E’ un episodio significativo di un clima politico che sta mettendo a rischio la coesione sociale”. Lo ha rimarcato il presidente Federico Vecchioni nel corso della manifestazione indetta dall’organizzazione degli imprenditori agricoli a Cremona a cui hanno partecipato 10 mila associati del nord Italia, delegazioni di tutte le provincie italiane ed esponenti politici di ogni orientamento. 

La platea ha vivacemente contestato l’emendamento sulle quote latte ed ha espresso con forza malcontento per la gravissima situazione in cui si trova il settore primario. Sul palco si sono alternati i presidenti delle federazioni regionali del nord Italia di Confagricoltura di Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia che, nei loro interventi, hanno evidenziato la gravissima situazione economica che sta interessando l'intero settore agricolo, in tutti i suoi comparti produttivi, e che ha determinato una pesante flessione della redditività delle aziende. 

A chiudere la manifestazione è stato il presidente nazionale Federico Vecchioni: “Le 10 mila persone che protestano qui sono una piccola rappresentanza di tutti quegli imprenditori agricoli che non chiedono sussidi, ma la stessa cosa di cui ha goduto larga parte del Paese, cioè di una politica economica che tenga conto del valore del comparto coniugando contenimento del deficit con misure per lo sviluppo. Le manifestazioni - ha proseguito Vecchioni - servono per evidenziare alla classe politica il criticissimo stato di un settore che rappresenta il 15,7% del Pil nazionale e che ha mostrato una tenuta significativa dell'occupazione anche nel pieno della crisi. Sono certo che il presidente del Consiglio, Berlusconi, e il ministro delle Politiche agricole, Galan, saranno sensibili all'appello di Confagricoltura”

“La motivazione di questa nostra mobilitazione - ha concluso il presidente - sta in una manovra finanziaria che Confagricoltura giudica complessivamente necessaria e efficace, tranne che per il settore agricolo. Ecco perché serriamo i ranghi e chiediamo al Governo la cancellazione dell’emendamento sulle quote latte, la stabilizzazione degli sgravi contributivi, i certificati verdi, i fondi per la bieticoltura, quelli per le aree svantaggiate e le agevolazioni sul gasolio agricolo usato nelle serre. L’agricoltura che fa crescere il Paese non vuole sussidi o cambiali in bianco ma gli strumenti per competere”.