Produzioni tipiche italiane con denominazioni Dop/Igp comunitarie: da qui al 2013 “i margini di manovra affinché l’Italia possa continuare a perseguire un’opzione non ogm diventeranno sempre più limitati, se si considera che il mais non gm disponibile sui mercati internazionali si potrebbe ridurre dagli oltre 43 milioni di tonnellate attuali ad un intervallo compreso tra i 13 e i 26 milioni”. Secondo lo studio “Ogm ed approvvigionamento di mais nel medio periodo. Criticità e opportunità del caso italiano” presentato a Roma da Nomisma si stima inoltre che il prezzo del mais non Ogm è destinato ad aumentare “ben oltre il 4% di differenziale attuale, con un aggravio dei costi di approvvigionamento a cascata sulla filiera”. Un ulteriore elemento di criticità potrebbe giungere dalla normativa comunitaria sulle micotossine, se dovessero essere introdotti limiti stringenti per il segmento feed. I rischi relativi all’approvvigionamento provengono anche dalla stasi della produttività del mais italiano e dalla crescente domanda di mais da parte dei Paesi in via di sviluppo. Secondo lo studio in Italia ristagnano le rese di mais per diversi fattori tra cui le ricorrenti crisi idriche, l’inizio dell’applicazione della direttiva Nitrati e la ridotta possibilità di ricorrere all’innovazione della ricerca sul germoplasma di origine extra europea per la presenza accidentale di Ogm; tuttavia la domanda di mais cresce e crescono anche le importazioni (+1,1 milioni di tonnellate tra il 2001 e il 2006). Il tasso di autoapprovvigionamento di mais del Paese è passato dal 98% del 2001 all’87% del 2006. Sui mercati mondiali la forte richiesta di mais destinato a biomassa ha spinto verso l’alto le quotazioni che hanno oltrepassato i 180Usd/tonnellata. Nel medio periodo le superfici coltivate a mais nel mondo sono destinate a crescere (+7,3%) così come la produzione mondiale (+19%). Si prevede un’ulteriore crescita delle esportazioni da Usa, Argentina e Brasile, Paesi che, nel caso dei primi due, già oggi vedono la quota di mais gm superiore a quello tradizionale. Secondo lo studio il commercio mondiale di mais vedrà nei prossimi anni una quota crescente di prodotto gm, che potrebbe giungere fino all’86% del totale, a partire dal 49% circa stimato per il 2006.