La produzione nazionale di frutta e verdura si conferma tra le più sicure d'Europa - quasi 97 campioni su cento sono entro i limiti di legge - ben oltre due terzi (il 66.4%) è assolutamente priva di residui e solo una minima parte presenta residui di agrofarmaci oltre i limiti di legge (3.3%) ma sempre in quantità da cento a diecimila volte inferiori a quelle potenzialmente in grado di creare problemi per la salute dei consumatori. Questi i dati preliminari 2005 provenienti dall'Osservatorio nazionale residui, che dal 2002 affianca il ministero delle Politiche agricole e forestali e il ministero della Salute nell'attività di monitoraggio del livello di residui di agrofarmaci negli alimenti.

"Dall'indagine emerge un quadro ampiamente rassicurante, che conferma una positiva tendenza verso una sempre maggiore tutela del consumatore in atto già da molti anni - afferma Gian Pietro Molinari,  docente all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e coordinatore dell'Onr - Anche il nuovo regolamento europeo in materia di residui di agrofarmaci si muove decisamente in questo senso, armonizzando le diverse direttive nazionali, tutelando in modo esplicito i gruppi sociali più a rischio e approntando metodi di calcolo in grado di tener conto di eventuali effetti cumulativi di diversi agrofarmaci che possono trovarsi nello stesso prodotto alimentare."

I campioni elaborati dall'Onr in questa prima fase sono 7.991, su di essi sono state eseguite 1.335.024 analisi pari ad una media di 167 residui ricercati per campione, con particolare attenzione alle sostanze più delicate, quelle cioè che tendono a lasciare più tracce negli alimenti. I campioni regolari sono quasi la totalità (96.7%) con piccole differenze tra le varie matrici: frutta (96.7%), ortaggi (96.36%), a conferma che il cibo italiano è tra i più controllati e più sicuri d'Europa. I campioni irregolari, cioè con residui superiori ai limiti di legge, hanno nelle diverse matrici frequenze confrontabili ed estremamente basse: 3.64% per gli ortaggi e 3.31% per la frutta.

"Bisogna comunque chiarire - afferma Corrado Galli, presidente della Federazione delle società europee di tossicologia e docente all'Università di Milano - che il 3% dei campioni con residui di agrofarmaci oltre i limiti di legge presenta comunque una quantità di residui da quaranta a diecimila volte inferiore all'Adi, cioè, secondo le definizioni dell'Oms e della Commissione europea, la quota giornaliera di un determinato composto che, seppure ingerita quotidianamente per tutta la vita, non provoca un innalzamento del rischio di andare incontro ad effetti negativi per la salute."

"I controlli - commenta Luigi Radaelli, presidente di Agrofarma - dimostrano di essere assai efficaci e le normative in vigore, basate su principi di sicurezza estremamente cautelativi, hanno indirizzato nel tempo gli sforzi dell'industria verso la ricerca di prodotti sempre più sicuri per i consumatori e l'ambiente. I risultati sono rassicuranti, ma non dobbiamo abbassare la guardia.

L'industria, in stretta collaborazione con gli agricoltori, sarà sempre impegnata a migliorare la qualità del cibo italiano che, in termine di presenza di residui di agrofarmaci, è il più sicuro in Europa come dimostrato dai rapporti annuali della Commissione europea".

Per ulteriori informazioni: http://agrofarma.federchimica.it