Sulle tavole degli italiani frutta e verdura sempre più sicure. Lo conferma il dato medio emerso dal confronto dei risultati dei controlli sui residui di agrofarmaci effettuati dalle istituzioni pubbliche, enti privati e associazioni di consumatori che si occupano di sicurezza alimentare, protagoniste dell’incontro a Roma 'Mangiare informati' organizzato da Agrofarma - l’associazione delle imprese produttrici di agrofarmaci - in collaborazione con Coldiretti e Intesa dei Consumatori e con la partecipazione del Ministero della Salute nella persona del Sottosegretario Senatore Cesare Cursi.
La quasi totalità delle produzioni commercializzate in Italia rispetta i limiti di legge (dal 97 al 98% dei campioni sono entro i limiti di legge), ben oltre la metà è addirittura assolutamente priva di residui (dal 64% al 67%) e solo una minima parte presenta residui di agrofarmaci oltre i limiti di legge (tra l’1,5 e il 3% dei campioni), ma sempre a dosi da 100 a 10 mila volte inferiori a quelle potenzialmente in grado di creare problemi per la salute dei consumatori.
I valori dei prodotti fuori legge proiettano Italia al secondo posto in Europa con solo 1,6% di campioni non a norma a ridosso dell’Inghilterra 0,8% e prima di Grecia e Danimarca rispettivamente con il 2,3% e 3%.
La continua collaborazione tra i vari soggetti protagonisti del settore ortofrutticolo e controlli sempre più severi - che complessivamente hanno interessato oltre 16.000 campioni per conto dell’Onr e circa 7.400 prodotti per conto del Ministero della Salute - hanno portato ad evidenziare una diminuzione di 0,7 punti percentuali (circa il 30%) del numero di prodotti irregolari (dal 3,6% al 2,9% per l’Onr e dal 2,1% al 1,4% per il Ministero della Salute, in un arco di tempo che va dal 1996 al 2004). Ogni anno in Italia vengono analizzati almeno 50 mila campioni di frutta e verdura, presi a caso sul territorio nazionale, sui quali vengono eseguiti oltre 10 milioni di analisi, con particolare attenzione alle sostanze più delicate, quelle cioè che tendono a lasciare più tracce negli alimenti.
I controlli in Italia sono effettuati da enti pubblici e organismi privati. Il Ministero della Salute attraverso le Asl e il Ministero delle Risorse agricole e Forestali attraverso una rete di monitoraggio si occupano di controllare con regolarità l’eventuale presenza di residui di
agrofarmaci su migliaia di campioni di derrate fresche e alimenti trasformati.
Oltre ai controlli ministeriali sono da tempo attivi numerosi laboratori privati sparsi su tutto il territorio nazionale per conto di agricoltori, industrie agroalimentari e grande distribuzione, effettuano continuamente analisi di laboratorio sugli alimenti freschi o trasformati a garanzia di cibi sempre più sicuri.
“La convergenza dei risultati che emergono dal confronto dei vari dati relativi alla sicurezza di frutta e verdura in Italia non può che confortaci circa l’affidabilità del sistema dei controlli presenti nel nostro Paese frutto di una più che positiva sinergia fra tutti coloro che a vario titolo si occupano di portare sulle tavole degli italiani prodotti buoni, genuini e sicuri, così importanti per la salute del cittadino e così tanto cari ai nostri costumi e alle nostre storiche tradizioni culinarie” - commenta il sottosegretario alla Salute, il senatore Cesare Cursi che conclude: “in termini di residui di agrofarmaci, il cibo italiano è infatti oggi il più sicuro in Europa, come dimostrato dai Rapporti annuali della Commissione Europea”.
“I controlli dimostrano di essere assai efficaci e le normative in vigore, basate su principi di sicurezza estremamente cautelativi, hanno indirizzato nel tempo gli sforzi dell’industria verso la ricerca di prodotti sempre più sicuri per i consumatori e l’ambiente – commenta Luigi Radaelli, presidente di Agrofarma -. I dati sono rassicuranti, ma non dobbiamo abbassare la guardia. L’industria, in stretta collaborazione con gli agricoltori sarà sempre più impegnata a migliorare la qualità del cibo italiano”.
L’Osservatorio nazionale residui (Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza) raccoglie ogni anno i risultati delle analisi di privati e li elabora in un rapporto annuale sulla bontà della frutta e verdura nazionale. “La direzione è confortante – commenta Gian Pietro Molinari, coordinatore dell’Onr – e va nel senso di una sempre maggiore tutela del consumatore. Dal 1997 ad oggi abbiamo potuto registrare un’evidente riduzione dei residui irregolari e un sostanziale aumento dei campioni senza residui rilevabili”.
Una conferma del trend positivo arriva anche dalla principale organizzazione di consumatori, Intesa dei Consumatori, impegnata da tre anni in collaborazione con Coldiretti ed Agrofarma in un’attività di verifica della qualità della frutta e della verdura ogni giorno sulle tavole degli italiani.
L’iniziativa ‘Mangia più Sicuro’ ha visto rappresentanti delle associazioni dei consumatori scendere in piazza nei principali mercati italiani per raccogliere campioni offerti spontaneamente dai cittadini e farli analizzare da laboratori certificati, con risultati ampiamente rassicuranti per il consumatore. “Esprimiamo soddisfazione per i risultati ottenuti che dimostrano ancora una volta come sia importante produrre frutta e verdura sicure attraverso un utilizzo minimo di agrofarmaci che, se usati in maniera irrazionale, potrebbero compromettere qualità e genuinità dei prodotti”, commenta Rosario Trefiletti, presidente Federconsumatori.
“I risultati di queste analisi sono il frutto dell’impegno degli imprenditori agricoli che hanno reso il made in Italy alimentare leader nelle garanzie di qualità e sicurezza alimentare ma - afferma Sergio Marini, vice presidente Coldiretti - rappresentano una ragione in più per mangiare ortofrutta dopo che nel 2005 i consumi da parte delle famiglie italiane hanno fatto registrare una riduzione del 7,6% in quantità con una spesa di poco inferiore ai 2 miliardi di euro e quelli di frutta fresca in calo del 1,3% a 2,4 milioni di tonnellate per una spesa di 2,9 miliardi di euro. E per ottimizzare il rapporto qualità / prezzo il consiglio della Coldiretti è di verificare le etichette di origine e rispettare le stagioni acquistando frutta e verdura made in Italy che può garantire condizioni di genuinità e freschezza uniche non essendo soggetta ai lunghi tempi di viaggio dei prodotti importati e contribuisce anche a ridurre l'inquinamento atmosferico perché si tratta "alimenti a chilometri zero" che non consumano carburante necessario ai lunghi trasporti.

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