Parte dai suini la secessione agricola della Macroregione del Nord? Domanda alla quale è difficile rispondere, fatto sta che lunedì sera al Mamu, il Centro congressi della Borsa merci di Mantova, gli assessori all’Agricoltura della Lombardia (Gianni Fava), del Veneto (Franco Manzato), del Piemonte (Claudio Sacchetto) ed Emilia-Romagna (Tiberio Rabboni) indosseranno i panni dei “magnifici quattro” e incontreranno le organizzazioni, le associazioni e le imprese della filiera suinicola.
Una convocazione che ha finalità ben specifiche, come si evince dalla lettera di invito che i responsabili degli assessorati delle Regioni del Nord hanno indirizzato agli addetti ai lavori. L’obiettivo è quello di siglare un protocollo d’intesa che rilanci i tavoli interprofessionali in due ambiti oggi particolarmente urgenti: la definizione del peso morto e il miglioramento dell’applicazione del sistema di classificazione delle carcasse.
L’iniziativa parte dal territorio dove la suinicoltura, con oltre 8 milioni di capi allevati e 11 macellati, la fa da padrona, rappresentando più dell’80 per cento del patrimonio suinicolo italiano.

Eppure, una volta siglata l’intesa, la prospettiva potrebbe spostarsi sul piano nazionale, dal momento che – si legge nella stesura del protocollo - “le Regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto trasmetteranno alla Conferenza delle Regioni e al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali la presente intesa, proponendone la condivisione nazionale”.
Secondo alcune indiscrezioni, gli operatori sarebbero più che disponibili a siglare l’accordo, proprio per risolvere alcuni rompicapi che di fatto pongono il sistema della suinicoltura italiana in ritardo su alcune procedure, rispetto all’Unione europea.

All’assessore lombardo Gianni Fava AgroNotizie ha rivolto alcune domande sull’incontro in calendario per lunedì.

Assessore Fava, possiamo ritenere il protocollo come uno dei primi atti della macroregione del Nord?
Beh, potrebbe anche esserlo, nel senso che è evidente che sull’intesa di filiera del suino siamo di fronte al tentativo di dare una risposta omogenea su un territorio omogeneo, questa volta nella suinicoltura. Ma un discorso analogo potrebbe essere fatto per il latte o per il riso. Ci sono produzioni agricole di grande rilievo che sono concentrate in determinate aree, in questi casi al Nord”.

Parteciperanno anche i macellatori all’incontro di lunedì?
Certamente. è stata invitata tutta la filiera, anche perché alcuni principi contenuti all’interno del protocollo diventeranno punti fermi. Definendo regole di mercato condivise puntiamo a superare alcune criticità che si trascinano da anni fra le parti e che oggi non hanno più senso di esistere, anche per la particolare condizione del settore, che richiede collaborazione e non divisioni”.

Chi ha richiesto l’intervento delle Regioni del nord?
Le associazioni di categoria e soprattutto le op del suino ci chiedevano da tempo di intervenire e devo riconoscere che gli uffici sono stati bravi nel redigere un documento condiviso in tempi sostanzialmente accettabili”.
Non temete di sovrapporvi al ministero delle Politiche agricole?
“Ognuno deve legittimamente fare il proprio mestiere. Credo che un’intesa fra Regioni su un territorio omogeneo che esprime numeri di filiera molto concentrati dovrebbe essere vista con favore anche dal ministero stesso. Non vogliamo sovrapporci o contrapporci, semmai stiamo dando loro un sostegno”.

Altro scenario: un’anticipazione dell’intesa.
Sul tema del peso morto siamo in grado di anticipare quanto riporta il protocollo, che lunedì sarà siglato a Mantova: “…il peso morto caldo di riferimento è quello determinato da una carcassa suina con sugna e con il diaframma residuo dalla eviscerazione (di fatto una carcassa alla pesa senza reni con testa ed eviscerata)... È tuttavia obbligatorio determinare il peso morto freddo, che si ottiene applicando al peso morto caldo senza reni il coefficiente del 2%, per calo di raffreddamento e perdita liquidi, ma entro 45 minuti dalla giugulazione…”.