Il lavoro
I compiti che tutt’ora svolgono questi formidabili cani da conduzione, consistono principalmente in:
- Spingere gli animali per farli avanzare lungo il percorso, con particolare attenzione a quelli che hanno la tendenza a rimanere indietro (funzione di “toccatore”).
- Recuperare i capi di bestiame che si allontanano dal gregge/mandria, andandoli a ricongiungere al gruppo.
- Bloccare il gregge/mandria, laddove il percorso implichi un passaggio pericoloso (dirupi, gole o strettoie) o laddove ci sia un attraversamento di strade con traffico veicolare.
- Far superare al bestiame degli ostacoli passando a destra o a sinistra e scegliendo il passaggio migliore.
- Raggruppare e radunare gli animali sparpagliati al pascolo. Far entrare gli animali in un recinto, o in altro luogo circoscritto come le stalle.
- Isolare alcuni soggetti indicati dal pastore, senza spaventare e sparpagliare gli altri membri della mandria o del gregge.
Lunga selezione
Questi cani sono il frutto di selezioni locali, effettuate dai pastori con l’obiettivo di ottenere soggetti capaci di affiancarli e coadiuvarli nello svolgimento del proprio lavoro. Del resto, va ricordato che solo a partire da XVIII secolo è iniziata la selezione in purezza delle razze canine, mentre i pastori selezionano cani da lavoro da almeno 7/8000 anni. La progressiva riduzione e trasformazione che ha riguardato negli ultimi decenni l'allevamento ovino ha purtroppo messo a rischio di estinzione alcuni ceppi autoctoni di cani da pastore. Tra le “razze regionali” di cani da pastore (conduttori e/o guardiani) troviamo ad esempio nell’alta Toscana il pastore Apuano, in Piemonte il pastore di Oropa, in Calabria il pastore della Sila (pecoraio Calabro), in Sicilia il cane da Mannara, in Sardegna il pastore Fonnese.
Negli anni più recenti sono stati avviati progetti di recupero e salvaguardia del patrimonio genetico di questi ceppi, attraverso la costituzione di club ed associazioni cinofile, che collaborano attivamente anche con le università e con le istituzioni pubbliche (provinciali, regionali), per il censimento degli esemplari, la conservazione del DNA, la programmazione degli accoppiamenti, il monitoraggio dello stato di salute e d’impiego dei cani che vengono affidati alle aziende agricole che ne fanno richiesta.
Vittorino Meneghetti
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Fonte: Agronotizie