A Fieragricola non mancano certo le novità e proprio una di queste è stata presentata dall'Aia - Associazione italiana allevatori nell'ambito del forum Italialleva allestito nel padiglione dedicato a Zoosystem.
A far da protagonista "la macchina della verità" della mozzarella fiordilatte, per la prima volta una metodica analitica messa a punto dalla facoltà di Agraria dell’Università di Bari, in collaborazione con Aia e Coldiretti, per riconoscere le mozzarelle prodotte con latte fresco vaccino e distinguerle dal prodotto ottenuto dalla lavorazione di cagliate congelate, spacciato per "fresco".
La "macchina della verità" sarà presente per tutta la durata di Fieragricola nel padiglione Zoosystem, all'interno dello stand di Aia, a disposizione del pubblico e degli operatori del settore, per far conoscere le potenzialità di un sistema di analisi che permetterà finalmente al consumatore di fare chiarezza e di acquistare con sicurezza mozzarelle di latte vaccino fresco al 100%. Uno strumento che ridarà anche ai caseifici virtuosi la possibilità di affermare il valore della vera qualità e di recuperare gli spazi di mercato sottratti dal prodotto scadente realizzato con cagliate congelate, non dichiarate in etichetta.
Lo stesso Nino Andena, presidente dell'Aia, è intervenuto alla presentazione dichiarando: "Questa macchina servirà a riconoscere il vero prodotto italiano realizzato con latte fresco. Un prodotto sano che fa parte di un processo virtuoso, di una filiera attenta alla qualità".
Come funziona la 'macchina della verità'
La nuova tecnologia si basa sulla evidenziazione di un "marcatore", denominato "Almi" (dalla fusione dei nomi dei due ricercatori che l'hanno individuato) che si trova nelle mozzarelle non prodotte con solo latte fresco ed è stata messa a punto con la collaborazione della facoltà di Agraria della Università di Bari.
Le cagliate congelate da impiegare nella produzione di mozzarelle arrivano principalmente da Lituania, Ungheria, Polonia, Germania ma la loro presenza non viene indicata in etichetta perché non è ancora obbligatoria l'indicazione di origine. Oltre ad ingannare i consumatori, si tratta di una concorrenza sleale nei confronti dei produttori che utilizzano esclusivamente latte fresco, perché per produrre un kg di mozzarella “tarocca” occorrono 700 grammi di cagliata dal costo di soli 2 euro/kg, mentre il prezzo al pubblico di un kg di mozzarella vaccina di qualità non può essere inferiore ai 6,5/7 euro/kg.
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Fonte: AgricolturaOnWeb