Le piante ricevono gli elementi nutritivi necessari alla loro crescita e al loro sviluppo dall'ambiente in cui vivono.
Se l'aria fornisce ossigeno e anidride carbonica, e l'acqua - oltre a idrogeno e ossigeno - possiede naturalmente modeste quantità di elementi nutritivi, la fonte principale degli elementi nutritivi resta il terreno, dal quale le colture ricevono gli elementi indispensabili per le loro funzioni fisiologiche.
Tanto che, una disponibilità limitata di questi elementi, può portare a forti riduzioni delle produzioni.
Questo è un aspetto molto importante, dal momento che la coltivazione delle specie floricole avviene per lo più in spazi limitati: vasi, bancali di coltivazione o, addirittura, nel caso di coltivazioni idroponiche, in assenza di terreno (le cosiddette "colture fuori suolo").
Ne risulta una limitata disponibilità degli elementi nutritivi. Le fertilizzazioni, in questi casi, diventano decisive.
Gli elementi nutritivi vengono assorbiti dalle piante secondo le caratteristiche del terreno o del substrato e secondo le interazioni che si vengono a creare tra loro.
Se il terreno, o il substrato, raggiunge un valore di pH tra il sub-alcalino/alcalino, si possono riscontrare criticità per la scarsa disponibilità dei macroelementi e dei microelementi nutritivi.

Tecniche di fertirrigazione
Per fertirrigazione s'intende la tecnica che prevede contemporaneamente la distribuzione del fertilizzante associato all'acqua d'irrigazione.
In campo floricolo è molto applicata attraverso l'utilizzo di impianti di distribuzione della soluzione nutritiva, mediante un tubo gocciolatore, un'ala gocciolante per le colture in terra, o con il cosiddetto 'spaghetto' per portare la soluzione nutritiva in ogni singolo vaso.
Questo sistema consente un'ottima localizzazione degli elementi nutritivi vicino all'apparato radicale, migliorando la risposta produttiva della coltura.
Tra i numerosi vantaggi legati alla fertirrigazione ci sono la pronta disponibilità degli elementi nutritivi apportati dal fertilizzante; la possibilità di applicare gli elementi nutritivi nel periodo di effettiva necessità per la coltura; il completo assorbimento degli elementi nutritivi apportati; il minor impiego di concimi e di unità fertilizzanti; il maggior controllo e/o assenza degli effetti negativi causati da dilavamenti, inquinamenti delle falde e/o sprechi d'elementi nutritivi; il basso impatto ambientale.
Nell'ambiente florovivaistico risulta importante la qualità dell'acqua che viene utilizzata per la fertirrigazione. Le colture floricole, infatti, sono molto sensibili alla salinità dell'acqua d'irrigazione, dovuta in particolare a sodio e cloro.
Anche gli impianti di distribuzione della soluzione nutritiva possono avere problemi o essere danneggiati dagli elevati contenuti di calcare nell'acqua, che può creare occlusioni nelle tubature e nei gocciolatori.
Per la preparazione della soluzione nutritiva è bene sapere che acqua fredda e ricca in bicarbonati può causare ostacolare una corretta solubilizzazione dei fertilizzanti, di conseguenza si rende necessaria un'acidificazione della soluzione.

Concimazione fogliare
Le concimazioni fogliari hanno un'azione integrativa rispetto alla fertirrigazione, utile per il miglioramento qualitativo delle produzioni florovivaistiche.
La concimazione fogliare apporta elementi nutritivi e sostanze stimolanti nella sede di elaborazione vegetale - cioè nella foglia -, e l'utilizzo di limitate quantità di prodotto permette di ottenere risultati evidenti.
In particolare, i risultati migliori si ottengono nella prevenzione o cura delle carenze nutrizionali e di situazioni di stress: già a distanza di 2 ore dal trattamento, oltre l'80% del prodotto viene assorbito dalla foglia.
Vista la delicatezza della produzione, che è costituita dai petali dei fiori, è importante non eseguire applicazioni fogliari con i fiori aperti, per evitare la formazione di macchie che renderebbero il prodotto finale commercialmente inadatto.

A cura dello staff di Prof.i
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