In Italia i droni in agricoltura sono utilizzati principalmente per la mappatura dei campi al fine di ottenere le mappe di prescrizione. L'applicazione di agrofarmaci con mezzi aerei (i droni sono considerati come tali) nella penisola è, infatti, vietata. Questa pratica è invece utilizzata da molto tempo in diversi Paesi nel mondo, in particolare in Giappone e negli Stati Uniti.
L'impiego dei prodotti fitosanitari è di fondamentale importanza per il raggiungimento di produzioni elevate, ma può portare a problematiche ambientali, agronomiche e sanitarie. Un uso improprio di queste sostanze, infatti, influisce sulla biodiversità e sugli ecosistemi e può determinare l'insorgenza di organismi tolleranti o resistenti, senza trascurare che l'esposizione a queste sostanze è responsabile di malattie molto gravi nell'uomo. Il corretto utilizzo di queste sostanze o ancora meglio l'individuazione di alternative che le possano sostituire è sicuramente la strada da percorrere.
In un prossimo futuro, la distribuzione dei fitofarmaci potrebbe essere eseguita impiegando dei droni sui quali è montato un sistema d'irrorazione, associato ad algoritmi per il riconoscimento delle infestanti e/o dei patogeni. Questi sistemi, infatti, consentono di eseguire trattamenti localizzati e di distribuire in maniera più uniforme il prodotto, grazie alla forza generata verso il basso dai rotori. Si stima che la quantità di agrofarmaco potrebbe essere ridotta fino al 30%. Nel caso di colture estensive si stima che i volumi di irrorazione potrebbero essere diminuiti fino a 10 litri per ettaro rispetto ai 350 mediamente utilizzati oggi. Un altro vantaggio legato all'utilizzo dei droni per l'applicazione dei fitofarmaci è la possibilità di intervenire senza compattare il suolo e in qualsiasi condizione di umidità o stadio fenologico della coltura.
Ci sono ancora, tuttavia, molti aspetti che la ricerca deve chiarire per soddisfare i requisiti imposti dalla normativa italiana ed europea in termini di sicurezza per la salute umana, per l'ambiente e per l'efficacia degli agrofarmaci.
È necessario valutare i livelli di esposizione dell'operatore durante i trattamenti e durante le fasi di preparazione e recupero del drone. Alcuni studi hanno evidenziato una concentrazione cinque volte più alta sui rotori e sui bracci del drone rispetto a quelli rilevati su una irroratrice con manichetta d'aria. Questo aspetto è legato all'utilizzo di soluzioni più concentrate a seguito di una notevole riduzione del volume di irrorazione.
Dal punto di vista ambientale, i rischi sono legati alla deriva. Come per le pratiche attuali, i principali fattori che la influenzano sono l'altezza della barra irroratrice, la velocità di avanzamento, la dimensione delle gocce e le condizioni ambientali in cui si opera. Non esiste al momento una quantità sufficiente di dati per affermare che l'impiego di droni riduca la deriva. Quest'ultima, infatti, dipende anche dalla tipologia di drone e di ugello utilizzati. Allo stesso modo, anche il posizionamento degli ugelli rispetto ai rotori può determinare un'applicazione eccessiva o un aumento delle perdite fuori bersaglio. Un recente studio, per esempio, ha evidenziato un numero di api morte a causa della deriva 62,9 volte superiore rispetto ad una irroratrice elettrica spalleggiata. La ricerca sull'impatto sugli organismi non bersaglio è infatti ancora molto limitata.
Ancora meno informazioni sono disponibili per quanto riguarda l'efficacia dei prodotti fitosanitari applicati con il drone. I diversi studi condotti fino ad oggi hanno fornito risultati contrastanti, anche per la diversa natura dei prodotti (sistemici o di copertura). Una copertura uniforme è essenziale per un prodotto di contatto, potenzialmente meno per un prodotto sistemico. Di conseguenza è necessario valutare l'efficacia dei prodotti tenendo in considerazione le modalità di applicazione e il meccanismo di azione del prodotto. Altra problematica riguarda le maggiori concentrazioni di principio attivo nella soluzione, dovute al ridotto volume irriguo, che possono determinare fenomeni fitotossici sulle colture.
È evidente quindi come ci sia ancora molta strada (o voli) da fare per poter assicurare un utilizzo efficace e sicuro dei droni in agricoltura. La necessità di protocolli standard per testare e valutare l'impiego di queste nuove tecnologie è sicuramente un aspetto importante e un primo passo per poter ottenere dati attendibili e universalmente accettati dalle diverse giurisdizioni coinvolte nel processo registrativo dei prodotti fitosanitari.
A cura di Enrico Gozio, Field agronomist Crop Protection Services Department Agricola 2000
Sperimentazione e divulgazione è il progetto nato dalla collaborazione tra Agricola 2000 e AgroNotizie® con l'obiettivo di comunicare agli operatori della filiera agricola i risultati delle attività di sperimentazione sul campo.
Agricola 2000 aiuta nella vendita le aziende produttrici di sementi, prodotti fitosanitari, prodotti di biocontrollo, biostimolanti e fertilizzanti.
Il supporto è dato da prove agronomiche sperimentali che valutano l'efficacia dei prodotti valorizzandone i punti di forza in diversi areali e su diverse colture, sia in campo che in ambiente controllato. Gli elevati standard operativi, in conformità alle vigenti normative europea e nazionale, garantiscono alle aziende produttive l'ottenimento di dati certi e spendibili a fini registrativi o dimostrativi.
L'esperienza agronomica di Agricola 2000, frutto di decenni di sperimentazione, viene messa a disposizione per tutti gli attori della filiera
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Fonte: Agricola 2000