Ogni giorno l'umanità si arricchisce di 200mila individui che hanno bisogno di mangiare e bere, mentre le terre coltivabili si contraggono di una superficie pari a quella di un campo da calcio.
La sfida è assicurare a tutti cibo adeguato, rispettando al contempo il già precario equilibrio ambientale.
Col Good growth plan (Ggp) Syngenta ha provato a dare una risposta alla sfida di Expo. Attraverso l'innovazione scientifica e la diffusione di best practice il gruppo è impegnato a tutelare l'ambiente in cui viviamo assicurando allo stesso tempo che tutti gli abitanti del globo abbiano accesso al cibo.
"Il motto del Ggp è 'produrre di più con meno' e Syngenta vuole ottenere questo obiettivo mettendo in campo sei misure concrete", ha spiegato ad AgroNotizie durante la tappa fiorentina del GrapeField Tour Dario Spaccatrosi, technical field expert Syngenta.
"Prima di tutto vogliamo migliorare l'efficienza produttiva delle colture, per produrre più cibo. Preservare i terreni agricoli e favorire lo sviluppo della biodiversità. Syngenta ha messo inoltre in campo un fitto programma di formazione per i piccoli produttori con lo scopo di renderli più competitivi e rendere più sicuro il loro lavoro. Infine Syngenta si impegna per ottenere eque condizioni di lavoro in tutta la rete di fornitori".
Ai viticoltori che hanno partecipato alla tappa di Cerreto Guidi (località Lazzeretto) del GrapeField, il tour dedicato alla vite e alla sua protezione organizzato ogni anno da Syngenta, i tecnici hanno spiegato come gli impegni presi nell'ambito del Good growth plan si declinino nel contesto italiano.
Prima di tutto salvaguardando la qualità del made in Italy, patrimonio riconosciuto all'estero, fatto di prodotti di eccellenza. Valorizzando le filiere, attraverso la creazione di patti tra chi il cibo lo coltiva e chi lo trasforma. E promuovendo una agricoltura intensiva sostenibile, in grado cioè di coniugare alta produttività e il rispetto dell'ambiente.
Nel fiorentino non si poteva non parlare di vino e di come fare conoscere questa eccellenza italiana nel mondo. "Il Grape quality agreement è un accordo non oneroso tra l'agricoltore e Syngenta che bene si inserisce nel contesto del Ggp", spiega Spaccatrosi.
"Consiste nel garantire l'accessibilità del vino nei mercati esteri dal punto di vista dei residui di agrofarmaci e contemporaneamente offre una serie di servizi che migliorano il lavoro in azienda".
Agli agricoltori che aderiscono al Gqa viene proposto un protocollo di coltivazione studiato ad hoc che assicura non solo una produzione di qualità in quantità, ma anche il rispetto delle normative internazionali in fatto di residui di agrofarmaci nel vino. I viticoltori sanno così a priori dove potranno vendere le loro bottiglie.
Inoltre Syngenta mette a disposizione dei viticoltori tutta una serie di servizi per migliorare il loro lavoro.
Qualche esempio? Operation pollinator, che mira ad aumentare la presenza di insetti impollinatori in azienda dedicando terreni incolti alla creazione di 'oasi' per api, bombi e farfalle. Ma anche analisi del vino e consulenza tecnica.