Fra le molte che hanno fatto grande Roma, la storia tramanda la figura di Lucio Quinzio Cincinnato (520-437 a.C) il quale, dopo esser stato messo in disparte dal Senato, ritornò a coltivare la propria fattoria e ad allevare maiali. Ma male fecero i Romani ad allontanarlo dal potere, perché poco dopo dovettero pregarlo di indossare ancora i panni del dittatore, un termine allora tutt’altro che dispregiativo, per salvare la Capitale dall’assalto di quei nemici che lui stesso aveva invano progettato di sconfiggere a suo tempo.
Un insegnamento che dovrebbe essere ricordato a lungo, quello di Cincinnato, perché oggi si presenta un caso che per molti versi lo ricorda da vicino, ovvero il “caso Rifit”. Quando infatti i problemi in campo inizino a divenire così complessi da rischiare di perderne il controllo, ci vuole qualcuno o qualcosa che sia capace di risolverli. E se quel qualcosa o quel qualcuno lo si è mandato un po’ troppo frettolosamente in esilio, poi c’è anche il caso lo si debba richiamare in fretta e con tante scuse.
 
In sostanza, Rifit ricorda per certi versi Cincinnato, solo a ruoli invertiti. Infatti nei campi vi era già, e il suo lavoro lo espletava benissimo. Tanto è vero infatti che ora è chiamato a gran voce a ritornarci, nei campi. 
La diffusione dei giavoni resistenti è infatti paragonabile a una lunga marcia, iniziata ormai da molti anni. E con loro si sono mosse anche malerbe fra le più disparate, complicando progressivamente i programmi di diserbo dei risicoltori. Gli agricoltori si sono quindi ingegnati a fronteggiare il problema attuando false semine, pur di utilizzare altre soluzioni erbicide, ma ciò implica scegliere varietà più precoci, quindi meno produttive, per compensare il tempo perso per ingannare le malerbe. La soluzione vera, ascoltando gli stessi produttori, sarebbe invece l’arrivo di un nuovo diserbante capace di controllare per bene le infestanti, in modo da poter anche tornare a seminare le varietà di riso più produttive. E ora un "nuovo" diserbante pare proprio essere finalmente arrivato.

Veterani evergreen

 
Una seconda vita, quella di Rifit. La prima iniziò nel 1997 - quando venne registrato dall’allora Novartis - e prima di uscire di scena nel 2007, causa non-inclusione in Allegato I della revisione europea, Rifit ha controllato a lungo graminacee come i giavoni, lo Scirpus e il cipero, pur espletando una buona azione anche contro Alisma ed Heteranthera spp. Dopo una parentesi di sette anni, Rifit torna oggi alla ribalta per rimediare al crescente problema delle resistenze, le quali stanno rendendo difficile e oneroso il lavoro della quasi totalità dei risicoltori.  Rifit contiene infatti pretilaclor, della famiglia chimica delle cloroacetoamidi, ovvero quelle molecole ad azione multisito che inibiscono in ultima analisi la divisione cellulare. Ampiamente utilizzato al Mondo, Rifit non ha mai fatto registrare alcun caso di resistenza e ciò lo rende quindi oggi indispensabile in risaia. Peraltro, mentre in Europa è stato messo un po’ troppo frettolosamente nel cassetto, all’estero si è invece continuato a utilizzarlo, quindi Syngenta ha potuto lavorare su nuove formulazioni e a proseguire nel processo di messa a punto del prodotto.
Risultato? Oggi Rifit viene presentato nuovamente dalla Casa elvetica come “Resistance breaker”, cioè colui che letteralmente “spezza” le resistenze. Ovvero quel prodotto che tutti i tecnici e i risicoltori stavano aspettando.
A Milano, presso il palazzo della Regione, il noto “Pirellone”, si è infatti celebrato il ritorno del prodotto, il quale potrà ancora essere utilizzato nella stagione 2014 grazie a una registrazione temporanea concessa per emergenza fitosanitaria.
 

In risaia, prima di tutto

 
Il trattamento con Rifit va realizzato quando il riso sia nella fase in cui mostri fra una e due foglie, ovvero circa 15-18 giorni dopo la semina. L’applicazione va effettuata su risaia sgrondata alla dose di un litro e mezzo per ettaro, ovviamente in miscela con altri erbicidi a differente meccanismo d’azione. La sommersione delle camere va poi effettuata 48 ore dopo il trattamento. Oltre all’elevata efficacia sulle malerbe target, Rifit offre anche una perfetta selettività su riso. Infine, fatto tutt’altro che trascurabile, riesce anche a contenere le popolazioni di riso Crodo, virtualmente indistinguibili dal riso stesso dal punto di vista del diserbo, e ciò accade grazie alla differenza di stadio che questo mostra rispetto alla coltura. Su Crodo Rifit esercita infatti un’apprezzabile azione antigerminello, alla quale il riso sfugge grazie al fatto di essere già germinato al momento dell’applicazione.

La riunione tecnica di lancio di Rifit, a Milano