In realtà, i pioppi non hanno bisogno dei geni dei conigli per ripulire l'ambiente circostante da certe sostanze chimiche: già lo fanno naturalmente, nella misura in cui gli inquinanti permangono nel loro raggio d'azione. Il pioppo transgenico, secondo i suoi creatori, velocizzerebbe e rafforzerebbe notevolmente questa capacità naturale. Le controindicazioni sono le stesse che è bene ricordare sempre quando si parla di organismi geneticamente modificati, ovvero l'impossibilità di impedire in campo aperto ai geni modificati di diffondersi ed alterare altre piante, con rischi per la biodiversità ed effetti imprevedibili e potenzialmente pericolosi sugli ecosistemi e sulla catena alimentare. Tanto piu' forte è un organismo transgenico, tanto piu' potenzialmente devastanti gli effetti della sua diffusione nell'ecosistema. Cosi' non tutti i colleghi di Sharon Doty e di Stuart Strand hanno espresso grande entusiasmo, ed alcuni si sono detti convinti che il pioppo transgenico possa portare piu' problemi che soluzioni. La reale portata delle ricerca è stata fortemente ridimensionata da alcuni geologi statunitensi. In particolare, Marcia Knadle, responsabile dell'Unità di gestione del rischio dell'Epa di Seattle, ha rilevato come in realtà gli inquinanti chimici restino poco tempo alla portata delle radici degli alberi, perché, quando non evaporano, sono assorbiti nelle profondità del suolo.
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Fonte: Sostenibile.blogosfere.it