Irrigare un pescheto è un’operazione importante al fine di ottenere un elevata produzione, con di frutti di qualità. Deve essere una pratica rigorosa, precisa e razionale. Ciò garantirà anche il rispetto per l’ambiente riducendo il rischio d’inquinamento profondo delle falde acquifere.
Come adattare le somministrazioni ai fabbisogni specifici di ciascun appezzamento?
Gestire l’irrigazione non vuol dire “Io irrigo quanto voglio”, perché gli inconvenienti sono sempre più evidenti e comprensibili. Oggi, dobbiamo dire “irrigare in modo corretto", in altre parole significa adattare gli apporti idrici alle specifiche necessità di ciascun appezzamento di terreno. Per fare questo, i frutticoltori possono, naturalmente, usare le loro conoscenze ed esperienze, ma ci sono anche strumenti ed apparecchi semplici ed efficaci che gli permettono di capire meglio questi bisogni: centraline e tensiometri.

Irrigazione insufficiente, reazioni ben conosciute
Ad un’irrigazione insufficiente, il pesco reagisce immediatamente e in modo economicamente negativo per il reddito dell’agricoltore, e con un notevole calo delle prestazioni agronomiche.
Due frutteti in condizioni identiche (età, varietà, fertilizzazione, tipo di terreno, carico di frutti, ecc.) daranno delle produzioni e calibrature differenti, semplicemente in base ai differenti apporti irrigui. La reazione più evidente riguarda la perdita di calibro dei frutti. Il frutticoltore produrrà una quantità minore di frutti con minor valore commerciale.
Inoltre, un apporto idrico insufficiente avrà anche un effetto sulla crescita della pianta e quindi sulla qualità dei rami portatori dell’anno seguente. In seguito a queste osservazioni il frutticoltore potrebbe essere tentato ad usare un’irrigazione eccessiva per non prendere alcun rischio e assicurare alte prestazioni agronomiche. Ma ciò comporterebbe altri rischi.
I pericoli sono situati a due livelli:
• Produzione di qualità
• Rischio ambientale.

Il rischio relativo alla produzione di qualità
Il principale problema riguarda il sapore e la tenuta del frutto nel successivo circuito commerciale. E’ stato dimostrato che le restrizioni idriche possono accrescere il tasso zuccherino misurato (indice rifrattometrico), questo aumenta a scapito del calibro dei frutti, e talvolta della succosità. La tenuta del frutto, (la sua durata di vita nel circuito commerciale), può essere migliorata razionalizzando la gestione dell’irrigazione.
In altre parole, con un’eccessiva irrigazione il problema più serio è quello della tenuta del frutto.

Qualche risultato sperimentale
Fin dal 1995, in Francia hanno condotto diversi studi sugli effetti dell’irrigazione sulla qualità dei frutti. Uno di questi test, condotto nel 1998, ha comparato tre strategie irrigue (in termini di somministrazione). Le tre strategie sono state:
· Controllo: somministrazioni idriche in base ad un calendario di fabbisogni medi, corrispondenti ad una alimentazione idrica confortevole. Durante la campagna sono stati erogati 415 mm di acqua.
· Razionamento: il razionamento è stato pilotato da una sonda Pepista che attiva l’irrigazione ogni volta che le contrazioni superano la soglia di 5 micron e/o la crescita è negativa. In ciascuna somministrazione è stata somministrata un apporto irriguo di 30 mm. In tutto sono stati erogati 230 mm, il 55% in meno della strategia di controllo.
· Controllo + surplus-irriguo: le stesse somministrazioni del controllo più due somministrazioni addizionali da 40 mm il 24/07 e il 03/08.
Il frutteto è stato irrigato con irrigatori sottochioma ed era in piena produzione.

Rischi ambientali
Il rischio ambientale è principalmente collegato alla fertilizzazione e alla protezione fitosanitaria. Un rischio secondario si verifica quando l’irrigazione è poco controllata, causando eccessive somministrazioni che portano a percolazioni in profondità , con la possibilità di inquinamento della falda. Questa azione riguarda principalmente i nitrati. Si dovrebbe tuttavia evidenziare che nei frutteti, in questi ultimi anni, ci sono state notevoli evoluzioni in termini di conoscenze nutritive e fertilizzazione che riducono in modo sensibile questo potenziale rischio, attraverso:
· Sensibile diminuzione della quantità di fertilizzanti distribuiti per ettaro.
· La moderna micro-irrigazione permette di frazionare gli apporti e quindi di ridurre le quantità di fertilizzanti che possono essere facilmente lisciviati.
· Infine, occorre ricordare che un frutteto è un’ottima trappola/utilizzatore dei nitrati, grazie al sistema radicale profondo e permanente e dalla frequente presenza dell’inerbimento.

Qual è il margine di manovra per evitare una sovra-irrigazione o un turno irriguo sbagliato?
Sicuramente è sufficiente utilizzare apparecchi come i tensiometri Watermark per assicurare un’ottima gestione. Questi potranno anche essere usati per tener conto delle piogge. Le piogge possono provocare un’alimentazione idrica eccessiva, con i rischi sopradetti.
IRRIGARE NEL MODO GIUSTO
Il frazionamento conferma gli effetti positivi dell’irrigazione sulle prestazioni agronomiche e produttive.
La riduzione della somministrazione idrica invece, causa un calo produttivo di 2,4 ton/ha per il minor calibro dei frutti (169 g invece di 181 g, che corrisponde a un calibro A/AA invece che AA/A). In altre parole, c’è un sensibile incremento qualitativo (+ 0,6% Brix) ma una riduzione di calibro.
Un piccolo calcolo economico ci indica che per compensare questa diminuzione in quantità, il prezzo delle pesche più zuccherine dovrebbe essere tra 10 cent e 15 cent di €/kg.
La strategia del “surplus-irriguo” non porta ad alcun miglioramento nelle prestazioni agronomiche e produttive.

Per informazioni: PROF.i srl agronomia@fertirrigazione.it - www.fertirrigazione.it