Si chiama Interact e ha preso avvio in questi giorni il progetto di durata biennale dedicato al monitoraggio della batteriosi dell'actinidia.
Finanziato dal Mipaaf per un milione e mezzo di euro circa, lo studio è condotto dal Cra - Centro di ricerca per la frutticoltura di Roma per la parte scientifica e dal Cso - Centro servizi ortofrutticoli, per la parte economica.
La massima virulenza della malattia appare sulle varietà di frutto a polpa gialla, appartenenti tutte alla specie Actinidia chinensis; a questa specie appartengono anche genotipi con frutto a polpa verde ma non sono attualmente commercializzati. Il classico frutto a polpa verde appartiene alla varietà Hayward, che è la più coltivata al mondo e appartiene alla specie A. deliciosa.
Anche Hayward e altre varietà della stessa specie appaiono suscettibili alla batteriosi anche se in forma meno grave.
L’agente eziologico che provoca la malattia è stato individuato nel batterio Pseudomonas syringeae pv. Actinidieae.
In anni recenti una forma particolarmente virulenta si è diffusa in Italia a partire dalla provincia di Latina per poi diffondersi in tutte le aree actinidicole più importanti del paese.
Il progetto prevede il monitoraggio della diffusione della malattia con la creazione di una database sotto forma di catasto dei frutteti e un sito web. Dal punto di vista tecnico si prevedono una serie di azioni per lo studio del germoplasma presente in Italia per valutarne il grado di suscettibilità, lo studio del batterio, con il sequenziamento di diverse razze, la messa a punto di strumenti diagnostici e lo studio delle modalità di diffusione del patogeno.
Sono inoltre previste analisi per comprendere le modalità di attacco del batterio e le interazioni tra ospite e patogeno.
"Il progetto ha preso avvio da pochi giorni - spiega Guido Cipriani, direttore del Cra - Unità di ricerca per la frutticoltura e coordinatore del progetto - e prevede lo studio dell'evoluzione della malattia, con l'ausilio di test di sensibilità sulle varietà e di prove agronomiche per comprendere la reale efficacia di alcuni prodotti e principi inseriti nella sperimentazione. Seguirà, poi, lo studio molecolare che riguarda l'evoluzione della malattia".
Sarano quindi messe a punto tecniche di prevenzione e profilassi utilizzabili entro la fine el progetto a parte degli operatori agricoli.
Oltre al Mipaaf, le strutture che partecipano al progetto sono il cra - Centro di ricerca per la frutticoltura (Roma), il Cso, il Cra - Centro di ricerca per la patologia vegetale (Roma) e il Cra - Centro di ricerca per la genomica e la postgenomica animale e vegetale (Fiorenzuola d’Arda PC) - Centro interdipartimentale.
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Fonte: Agronotizie