Il mais (Zea Mays): o granone o frumentone, tante parole per definire un'unica coltura che in Italia trova ampi spazi di sviluppo. Non solo a livello nazionale, ma mondiale questo cereale sta assumendo un'importanza sempre maggiore...(continua a leggere).
In passato erano coltivate le varietà locali; si trattava spesso di vecchie popolazioni che si erano ambientate nelle diverse zone colturali, come ad esempio il Mais Marano, varietà precoce, chicco vitreo tendente al rosso, dal sapore caratteristico (continua a leggere) ed il Mais Sponcio, varietà iscritta nel Registro Nazionale dei Prodotti Tradizionali, chicco fortemente vitreo, colore arancio intenso, forma a punta (rostro), usato per la preparazione della polenta alto-veneta (continua a leggere).
Oggi gli ibridi disponibili in commercio possiedono caratteristiche colturali superiori alle vecchie varietà di cui hanno preso il posto; garantiscono una maggiore resa, hanno un apparato radicale più robusto, hanno uno sviluppo più vigoroso e sono più resistenti. Un seme di qualità è spesso 'garantito' da una 'buona concia'.
Sono inoltre disponibili varietà adatte alla coltivazione con il metodo biologico.
Dal mais si estrae l'amido, utilizzato poi per la preparazione di altri prodotti alimentari. L'amido è un polisaccaride complesso insolubile in acqua, utilizzato come riserva nelle cellule vegetali qualora le concentrazioni intercellulari di glucosio siano elevate (continua a leggere).
Sempre più studiosi, organizzazioni agricole ed enti s'interessano della materia ed anche ai problemi che questa coltura può avere a livello di salute nelle sue diverse fasi fenologiche. In quest'ambito rientra la questione delle micotossine, sostanze chimiche nocive per gli animali e per l'uomo, prodotte...(continua a leggere).
Tipiche micotossine del mais, sono le fumonisine, sostanze tossiche di origine microbica che possono pervenire all'uomo o agli animali attraverso i prodotti destinati all'alimentazione ricavati proprio dalla lavorazione del mais (continua a leggere).
Ma anche altri sono i problemi che attanagliano il mais, parassiti, come la diabrotica, un insetto che colpisce questo tipo di coltivazione e che costituisce una minaccia per l'agricoltura nell'intero continente europeo. Altro problema è quello della piralide del mais, un insetto appartenente alla famiglia dei Pyralidae, ordine dei Lepidotteri. Ha come bersaglio preferito il mais ma è in grado di danneggiare un notevole numero di piante erbacee, sia coltivate che spontanee: peperone, fagiolino, barbabietola, canapa, occasionalmente anche frutti e germogli di melo, tralci di vite, giovani pioppi in vivaio.
L'andamento di questo cereale sul mercato nazionale ed internazionale, si può seguire e facilmente consultarne i dati sui seguenti siti:
- Liffe
- Cbot Agricultural
- Ismea - cereali e coltivazioni industriali
Ed il mais è oggetto di molta attenzione anche per il nuovo e conveniente utilizzo che se ne può fare per produrre biocarburanti, in particolare bioetanolo, un etanolo prodotto mediante un processo di fermentazione delle biomasse, ovvero di prodotti agricoli ricchi di zucchero (glucidi) quali i cereali, le colture zuccherine, gli amidacei e le vinacce (continua a leggere).
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Fonte: Agronotizie