La produzione italiana di macchine e componenti per il movimento terra nel 2005 ha raggiunto i 3,4 miliardi di euro, crescendo dell’8,8%.
Il dato è stato reso noto durante la conferenza stampa svoltasi a Roma in occasione della presentazione dell’Osservatorio previsionale di settore realizzato da Comamoter e Prometeia. Alla base del risultato c’è il trend positivo registrato dalle esportazioni (+16,6%, per un valore complessivo di oltre 2 miliardi di euro). Nell’anno in corso e nel 2007 l’export di settore dovrebbe crescere ancora rispettivamente del 7,6% e del 2,4%, mentre la produzione dovrebbe registrare un +4,5% nel 2006 e un + 3,4% il prossimo anno. Nel 2005 sono cresciute del 4,6% anche le importazioni (per un valore complessivo di oltre un miliardo di euro), mentre per il 2006 e il 2007 ci si attendono incrementi dell’ordine del 6,3% e del 5,2%.
Secondo Enrico Tonetti, il nuovo presidente del Comamoter, 'l’industria italiana delle macchine movimento terra è un comparto che cresce anche quando il pil stagna e la produzione industriale regredisce", tuttavia il l’associazione di categoria individua come punti maggiormente critici del sistema competitivo italiano il deficit infrastrutturale e di ricerca scientifica, il “nanismo aziendale” e una politica industriale che non concentra strategicamente le risorse. Tutti elementi sui quali bisogna intervenire urgentemente.
Per quanto riguarda il mercato interno, la miniflessione dello 0,6 registrata nel 2005 indica che nell’anno passato si sono sostanzialmente mantenuti gli alti livelli di vendita raggiunti (quasi 26 mila macchine). Per il 2006 e il 2007 ci si attendono nuovi incrementi annui in unità dell’ordine rispettivamente del 4,4 e del 7,5 per cento.
“Positivo per l'ottavo anno consecutivo anche l'andamento degli investimenti in costruzioni – ha dichiarato il vicepresidente dell'Ance Claudio Sette – benché le previsioni per il 2006 mostrino un rallentamento. Con riferimento alle infrastrutture occorrerà garantire un adeguato flusso di risorse perché la crescita degli investimenti non si arresti”.
Scendendo più in dettaglio nell’analisi delle linee di prodotto, nel 2005 le macchine tradizionali (apripista, escavatori, pale, livellatrici) sono scese del 5,7%, le minipale compatte (i cosiddetti skid steer loader) del 3,5 e le terne di 17 punti percentuali, mentre i miniescavatori hanno raggiunto il massimo storico di 12 mila macchine vendute, determinando, quasi da soli, la tenuta del mercato. Bene sono andati anche i sollevatori telescopici (+1,4%) e i dumper articolati (+3,9%). Positivo, anche se di poco, è stato l’andamento dei martelli demolitori che registrano complessivamente un +1,2%, mentre macchine stradali quali rulli e vibrofinitrici flettono del 16,2%.
Per Amedeo Esposito, presidente di Cantiermacchine, l’associazione degli importatori di settore che rileva i dati insieme a Comamoter, “La sostanziale tenuta del mercato italiano delle macchine nel 2005 è frutto della crescita costante degli investimenti in costruzioni, sia pubblici che privati. Questa spinta però ha iniziato ad attenuarsi già nel 2005 anche per effetto dei minori stanziamenti in bilancio per le opere pubbliche. Il rallentamento delle vendite registrato nell'ultimo trimestre dello scorso anno, giustifica un primo livello di attenzione per l'intera filiera delle costruzioni.”
Al livello mondiale, dopo un 2004 a quota +24,1%, il mercato registra un andamento ancora positivo con una crescita del 11% nel 2005 (oltre 550 mila unità) cui dovrebbero aggiungersi e nel 2006 e nel 2007 incrementi rispettivamente del 7 e del 6 per cento. Le vendite in Europa occidentale (Italia esclusa), infine, sono cresciute del 10,4% (128 mila unità) e dovrebbero continuare la corsa con un +3,3% nel 2006 e un 4,8% nel 2007.
Enrico Tonetti, che subentra alla presidenza del Comamoter al posto di Giuseppe Ferrulli, è presidente e amministratore delegato di Komatsu Utility Europe e presidente di Komatsu Italia.

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