Doveva essere un omaggio alla tradizione. Il consueto calcio d'inizio della nuova stagione lavorativa. Ma la cerimonia di accensione dei forni allo Zuccherificio del Molise, qualche giorno fa, si è trasformata in un ring: bieticoltori conto sindacalisti. Sono volate parole grosse, poi si è passati alle mani.

Momenti di tensione l'altra mattina a Termoli, quando un gruppo di bieticoltori locali e pugliesi si sono letterlamente scagliati contro alcuni sindacalisti e dirigenti dell'azienda per la mancata liquidazione del prodotto da parte dello stabilimento, circa 7,5 milioni di euro.

Alcuni bieticoltori, arrivati davanti ai cancelli dello stabilimento hanno iniziato a gridare e a reclamare il pagamento delle bietole coltivate e cedute allo Zuccherificio da molti mesi al grido di "Vogliamo i nostri soldi, qui si muore di fame".

Inutili i tentativi di alcuni rappresentanti di categoria usciti dai cancelli dello stabilimento - all'interno del quale è rimasta invece la dirigenza - per aprire un dialogo con i bieticoltori.
L'aria, già surriscaldata, si è incendiata e dalle parole si è passati ai fatti. Sono volati schiaffi e spintoni. Bilancio: il capo area dell’Anb, Emilio Travaglini, e ill direttore agricolo, Piero Sorellafinito, finiti al pronto soccorso.

A riportare la calma sono intervenuti sul posto Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza, permettendo ad un gruppo di operai di accendere i forni, con tanto di benedizione del parroco.


“L’aggressione di ieri allo Zuccherificio del Molise nei confronti di un dipendente di Anb è grave, immotivata e irresponsabile”. Così Mario Guidi, presidente dell'Associazione nazionale bieticoltori. L’Anb - si legge in una nota - , unitamente alla Confederazione alla quale da pochi giorni aderisce, continuerà sulla propria strada con coraggio e coerenza rimanendo vicina ai propri dirigenti e al proprio dipendente che ha subito l’aggressione senza alcun motivo.

E' importante che tutti, a cominciare dalla società saccarifera per finire a tutti gli operatori del settore, nessuno escluso, riprendere un metodo di lavoro trasparente, costruttivo e collaborativo, senza cadere nella troppo facile tentazione di attribuire ingiustamente ad altri le responsabilità delle mancate promesse.
L’Anb metterà in atto tutti gli strumenti disponibili, in tutte le sedi competenti, per tutelare i propri dipendenti ingiustamente danneggiati.