"Viene così confermata l’azione di Veronafiere, che rappresenta il 40% dell’offerta fieristica del settore agroalimentare con un know how specifico e di alto livello", spiega Giovanni Mantovani, direttore generale dell’Ente.
"Da anni – prosegue Mantovani - la nostra mission è essere un sistema integrato a sostegno delle imprese, con un’offerta di servizi ed opportunità che non smentisce, anzi rafforza il nostro importante ruolo di vetrina commerciale. Vetrina man mano rinnovata puntando al business internazionale, anche con attività di direct marketing coordinate con le aziende espositrici". Il cambiamento rispetto alla prima edizione di Agrifood nel 2005 è totale. Nonostante l’enorme successo riscosso dalla manifestazione, in due anni lo scenario si è evoluto, mettendo la filiera agroalimentare italiana di qualità di fronte alla necessità di diventare un sistema più competitivo. La concorrenza internazionale lo impone, perché alle imprese nazionali non basta il prestigio che il made in Italy riscuote all’estero per dirsi vincente.
Infatti, a guadagnare di più dall’immagine dei prodotti italiani sono altri, visto che il mercato mondiale delle imitazioni è stimato pari a 50 miliardi di euro, contro i 16,7 miliardi raggiunti dal nostro export alimentare nel 2006.
La nuova formula di Agrifood, con workshop su comunicazione e marketing, internazionalizzazione e servizi disponibili, nuovi canali distributivi, ma anche financing e copertura dei rischi il primo giorno, e contatto con potenziali clienti nei tre giorni successivi, arriva in un momento particolarmente importante per il settore alimentare italiano. La produzione è in crescita (110 miliardi il fatturato nel 2006, +2,8% sull’anno precedente) e le esportazioni sono aumentate del 10% sul 2005. Quest’ultimo risultato, il migliore dell’ultimo decennio, ha portato l’incidenza dell’export sul fatturato totale al 15,2%.
Ma per raggiungere la media europea del 18% o il 20% della Francia e il 22% della Germania serve una marcia in più e "Agrifood – dice Mantovani – vuole essere un propulsore, ponendosi come integratore di sistema dell’intera filiera agroalimentare".
Nel corso della giornata dedicata ai workshop, promossi in collaborazione con Mc Cann Erickson, Unicredit Banca d’Impresa e COFACE rispettivamente per la comunicazione, la consulenza finanziaria e quella per l’internazionalizzazione delle pmi, verrà presentato anche lo studio commissionato a Nomisma che offrirà un’analisi del made in Italy alimentare nel contesto internazionale e sulle dinamiche e le strategie possibili a breve e medio termine.
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Fonte: VeronaFiere