La vertenza degli allevatori bufalini della provincia di Caserta, che contestano il "Programma Obbligatorio di Eradicazione delle Malattie Infettive delle Specie Bovina e Bufalina in Regione Campania", approvato con la Delibera di Giunta Regionale n.104 dell'8 marzo 2022, sembra essere vicina ad una svolta, ad un anno esatto dal varo del Programma: è in arrivo una indagine conoscitiva del Senato della Repubblica sull'operato della Regione Campania che sta gestendo il Programma.

 

Nei giorni scorsi, con una lunga e circostanziata missiva, Gianni Fabbris, presidente onorario di Altragricoltura Confederazione per la Sovranità Alimentare e portavoce del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino aveva chiesto al presidente della Commissione Agricoltura del Senato della Repubblica, Luca De Carlo, di avviare anche in questa legislatura nuove audizioni sul Programma di Eradicazione delle Malattie Infettive (brucellosi e tubercolosi), varato dalla Giunta Regionale della Campania esattamente un anno fa.

 

Malattie infettive persistono nonostante la mattanza

Stamane - ad un anno esatto dall'approvazione del Programma di Eradicazione - Gianni Fabbris in una conferenza stampa in diretta Facebook da una delle stalle dell'area cluster di infezione, ha annunciato che nella prossima settimana l'aula di Palazzo Madama voterà sulla proposta della Commissione Agricoltura, concernente l'avvio di una indagine conoscitiva sull'operato della Regione Campania nella gestione del Programma di eradicazione.

 

Durante la conferenza stampa di oggi, 8 marzo 2023, Fabbris ha raccolto le domande del Coordinamento poste al presidente della Regione Campania ed assessore alla Sanità ad interim, Vincenzo De Luca: dieci pubblici interrogativi sul perché il Programma di eradicazione è costruito così male, tanto da decimare gli allevamenti casertani, senza risolvere il problema.

 

Su tanto, cifre della Banca dati dell'Anagrafe Bovina e Bufalina di Teramo alla mano, in provincia di Caserta tra il 2017 ed il 2022 sono scomparsi 172 allevamenti (-18%) e vengono allevati - nonostante le continue rimonte - 4.723 capi bufalini in meno (-2,4%), per altro in un contesto di crescita dell'allevamento in tutta l'area Dop della Mozzarella di Bufala Campana.

 

Altro appuntamento domani, 9 marzo 2023, a Roma nella Sala Stampa della Camera dei Deputati, il movimento degli allevatori presenterà ai parlamentari nazionali la petizione europea che chiede alla Commissione Ue di intervenire, perché Regione Campania applichi le norme europee specifiche, previste per la gestione e l'eradicazione della brucellosi e della tubercolosi. In tal senso la Commissione può promuovere verso lo Stato membro una procedura d'infrazione.

 

Le richieste fondamentali degli allevatori

Uno dei punti di attacco del movimento è - come noto - l'utilizzo improprio delle analisi di laboratorio indirette. Gli allevatori chiedono l'applicazione dell'articolo 9 del Regolamento Ue 689/2020, che impone - per individuare gli animali infetti da Brc e Tbc da abbattere - come prime analisi da eseguirsi quelle dirette, di isolamento dei batteri, e solo in seconda istanza le analisi indirette, indicate invece dal Programma della Campania: Gamma Interferon per la tubercolosi, ritenuto molto preciso, e per la brucellosi Sieroagglutinazione Rapida (Sar), con una sensibilità e specificità al 98%, e la Fissazione del Complemento (Fdc) che arriva al 96%.


Questi test indiretti sono richiamati nella normativa di riferimento, ma solo per dichiarare il sospetto di infezione in un animale ai fini dell'abbattimento o dichiarare, in caso di esito negativo, una stalla indenne; e sono stati invece scelti da Regione Campania in base a principi di dimostrata efficacia sul piano scientifico, economicità e velocità di esecuzione per disporre gli abbattimenti. Su questo appiglio giuridico è stato costruito il ricorso al Tar degli allevatori contro il Piano, ancora in attesa di una risposta.


Altra questione, il Piano vaccinale per la brucellosi: al momento garantito nel Programma solo per i capi bufalini in età prepubere. E Fabbris, nella missiva indirizzata al presidente della commissione agricoltura del Senato sulla vaccinazione dei bufali con RB51 ricorda: "la Regione Campania la ha già ampiamente usata con esito positivo avendola applicata su base volontaria anche ai capi adulti nel Piano che fu adottato fra il 2007 e il 2011 che portò la brucellosi in provincia di Caserta da una incidenza del 17% a meno dell'1%". Una pratica poi abbandonata.


Ancora Fabbris, nella lettera nella quale chiede nuove audizioni al Senato, sulla questione delle vaccinazioni sottolinea che nella legislatura appena trascorsa non è mai stato sentito il professor Vincenzo Caporale, che nel Piano del 2007 le inserì.

 

"Caporale - ricorda Fabbris - è uno dei massimi esperti internazionali in materia di brucellosi e tubercolosi che ha diretto, in quanto direttore del Centro di Referenza Nazionale sulla Brucellosi, il Piano straordinario voluto dal Governo fra il 2007 e il 2011". Lo stesso Piano che aveva ridato slancio all'allevamento bufalino nel Casertano abbattendo l'infezione.

 

Ultima richiesta: gli allevatori vogliono essere considerati a tutti gli effetti, anche dentro il Programma attuale, operatori della sicurezza alimentare, vogliono sia riconosciuto in pieno il loro diritto all'autocontrollo delle mandrie.