I bovini in Europa

Il mercato europeo delle carni bovine si presenta a inizio ottobre con due facce opposte.
Mentre per il macellato continua senza interruzioni la crescita dei prezzi, per il vivo si moltiplicano i segnali di cedimento
Lo si potrebbe interpretare come una possibile inversione di tendenza anticipata dalle scelte delle industrie di trasformazione a fronte di un'offerta in eccesso rispetto ai futuri trend di mercato. 
Ma anche il segnale di un riallineamento dei prezzi, che si mantengono comunque elevati rispetto ai 12 mesi precedenti. 
Le prossime settimane scioglieranno questi interrogativi e diranno con minore incertezza quale strada imboccherà il mercato.

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Produzione stabile

La ripresa dei consumi grazie alla minore pressione dell'emergenza sanitaria, in assenza di una spinta sulla produzione, dovrebbe favorire anche per le prossime settimane una tenuta dei prezzi
Nei primi sei mesi dell'anno la produzione europea di carni bovine si è mantenuta stabile, con una leggera flessione dello 0,5%.
Tenuta dei prezzi favorita anche dall'aumento delle esportazioni europee verso i paesi terzi, come dettagliato nel grafico che segue.
Sostanzialmente stabili per contro le importazioni, che nello stesso periodo si sono attestate sulle 126mila tonnellate, contro le 128mila dell'anno precedente.


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Bene i bovini italiani

A differenza di quanto accade sui mercati europei, in Italia il prezzo dei bovini vivi continua a conquistare nuovi traguardi
Va ricordato che il confronto è su mesi differenti, in questo caso le rilevazioni di mercato (tratte da Ismea), si riferiscono al mese di settembre, mentre la media europea comprende i primi sei mesi dell'anno. 
Ma se si osserva il grafico dell'andamento del prezzo dei vitelloni, si può notare che già dal marzo di quest'anno il prezzo ha imboccato la strada della salita, senza mai interromperla e con un balzo in avanti proprio nell'ultimo periodo. 
Conseguenza della ripresa della domanda, sostenuta dalla riapertura della ristorazione collettiva. Improbabile proseguire con lo stesso ritmo, ma se non interverranno elementi contrari, questo trend potrebbe consolidarsi anche nei prossimi mesi.

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Prezzi medi mensili all'origine dei vitelloni
(Fonte: Ismea)

Suini, di nuovo crisi

Nessun segnale di recupero sul fronte delle carni suine, da tempo nella morsa di una crisi che non accenna ad allentare la presa.
Anche a inizio ottobre la media dei prezzi delle carni suine sui mercati europei si è fermata a 135,9 euro al quintale.
Come si può notare nella tabella che segue, i cali hanno coinvolto tutte le tipologie e la flessione e riguarda sia il confronto con il mese precedente, sia con l'anno scorso.
A dispetto della ripresa dei consumi, i mercati non sono riusciti a beneficiare dell'aumento della domanda conseguente alla minore pressione dell'emergenza sanitaria.

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Troppi suini

Molti i fattori che concorrono a tenere sotto scacco i mercati delle carni suine.
Fra questi anche l'andamento della produzione che continua ad aumentare.
Le rilevazioni della Commissione Europea indicano nel periodo gennaio luglio di quest'anno un aumento medio del 2,5%.
Come si può notare dal grafico che segue, anche l'Italia contribuisce con il suo +2,9% ad aumentare la quantità di carni suine offerte sui mercati. 
Partecipano a questa impennata della produzione, che certo non aiuta la ripresa del mercato, importanti paesi produttori, come la Danimarca con il suo +8,1%, poi l'Olanda con il 6,7% e la Polonia con oltre il 6%.


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Suini, la frenata italiana

Situazione pesante si registra anche per la suinicoltura italiana.
I tentativi di recupero registrati sul mercato in luglio e agosto, si sono bruscamente interrotti in settembre.
Le rilevazioni di Ismea indicano per i prezzi dei suini da macello una flessione prossima al 5%, e poco conta che il confronto con l'anno precedente sia positivo, in quanto in quel periodo il settore attraversava una crisi ancora più profonda di quella attuale.
Le difficoltà vissute da questo settore si riflettono sulla propensione agli investimenti, testimoniato dalla flessione di oltre il 10% dei suini d'allevamento.
È un segnale della scarsa propensione degli allevatori a spingere sulla produzione, cosa che ci si augura possa favorire un ritorno alla normalità nei prossimi mesi.

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Prezzi medi dei suini all'origine
(Fonte: Ismea)

Volano le carni avicole

Ancora prezzi in ripresa sui mercati europei per le carni avicole.
Le analisi della Commissione Europea indicano Il prezzo medio dei broiler a inizio ottobre pari a 197,48 euro al quintale.
Corrisponde a un aumento dello 0,4% sulla settimana precedente e dello 0,1% rispetto a un mese fa.
Importante il divario con i prezzi di un anno fa, che ora sono più alti del 7,5%.
Interessante notare, come si vede nel grafico che segue, che i prezzi attuali sono sensibilmente più elevati della media calcolata sui quattro anni che vanno dal 2016 al 2020.
Da segnalare anche l'andamento della curva dei prezzi, che rispetto al trend degli anni passati è ora in fase di risalita.

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Il balzo dei conigli

Analoga la situazione che si registra in Italia per il comparto avicolo, con prezzi anche più sostenuti di quelli che si hanno nell'Unione europea.
In settembre le analisi del Crefis, il Centro per le ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza, evidenziano prezzi stabili per polli, galline e tacchini. Al contempo vene segnalato il forte divario con lo scorso anno, quando i prezzi erano più bassi dell'11,2%.
Repentino e importante l'aumento del prezzo dei conigli, cresciuti in settembre del 28,4% nel caso dei soggetti pesanti e dell'11,5% per quelli leggeri. 

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Prezzi medi mensili degli avicoli a peso vivo
(Fonte: elaborazioni Crefis su dati borse merci nazionali)


Compito difficile quello delle previsioni di mercato.
Un aiuto può venire dall'esame delle tendenze in atto. Ma occorre conoscere i "numeri della carne" e in tempi di mercati globali lo sguardo deve allargarsi a livello internazionale.