Ogni allevatore ha bene in mente le proteste che ci sono state il mese scorso a Bruxelles per denunciare un mercato che corrisponde agli imprenditori un prezzo al chilo che non copre i costi di produzione. Attualmente gli allevamenti zootecnici, in particolare quelli suinicoli, lavorano in perdita. Ai prezzi di mercato bassi si è aggiungono normative, come la direttiva nitrati, che impongono una gestione particolare dei fluidi zootecnici.
"Dobbiamo cambiare ottica e pensare ai liquami come ad una risorsa", spiega Alessandro Ragazzoni, professore dell'Università degli Studi di Bologna, che da anni cerca di "far quadrare i conti" delle imprese agricole. "Se hai un impianto a biogas i liquami diventano una fonte di reddito che permette all'azienda di produrre utili. Basti pensare che in Pianura Padana ogni anno si producono 150 milioni di tonnellate di effluenti zootecnici. Ogni tonnellata, in media, può produrre 40-50Kwh: pensiamo a quale sarebbe il potenziale energetico”.
I liquami producono biogas e quindi energia, che può essere riutilizzata in azienda o essere venduta attraverso gli incentivi delle tariffe onnicomprensive. Ma è lo stesso digestato (ciò che rimane dopo il processo anaerobico) a passare da scarto a risorsa, visto che può essere impiegato per la concimazione, anche con l'irrigazione a goccia.
“Sia i liquami che il digestato, se accuratamente trattati, possono diventare una risorsa per l'imprenditore agricolo”, spiega Andrea Guidetti, di Acquafert. “I fluidi zootecnici sono separati in una frazione chiarificata e in una solida attraverso centrifughe e filtri, anche dell'ordine dei 50 micron. La parte liquida, ricca di nitrati, viene poi immessa nel sistema di irrigazione”.
Con la fertirrigazione organica i vantaggi sono molti. Prima di tutto economici, visto che non si devono acquistare concimi. Inoltre si rispettano le normative sullo smaltimento dei nitrati e si riutilizza una risorsa, l'acqua, sempre più preziosa.
Ma c'è irrigazione e irrigazione. Durante l'incontro sono stati esposti i risultati dell'irrigazione a goccia e della subirrigazione. “Abbiamo iniziato 50 anni fa con i pomodori, ma ora siamo in grado di coltivare anche mais e riso”, racconta Alberto Puggioni, di Netafim, azienda israeliana leader nell'irrigazione a goccia. “Con questo tipo di sistemi si abbattono i consumi di acqua e quelli energetici. Inoltre si ottengono piante più sane che producono frutti qualitativamente e quantitativamente migliori”.
Riciclo dei liquami, gassificazione e irrigazione a goccia vanno a braccetto. Certo, ciò che mancano sono gli investimenti. Ma anche su questo fronte qualcosa si muove visto che la nuova Pac ha un occhio di riguardo per tutti quei sistemi che aumentano l'efficienza delle produzioni facendo risparmiare risorse e diminuendo l'inquinamento.