Per la castanicoltura italiana si prospetta un’annata di grandi difficoltà.
Il crollo produttivo è stato peggiore delle aspettative, con un calo previsto di oltre 30-40% rispetto alla media. Le cause sono da ricercare nell’anomalo andamento climatico estivo: quella de 2011 è stata infatti un'estate particolarmente calda, con piogge pressoché inesistenti. Infine, il colpo di grazie al comparto viene dalla sempre maggiore diffusione del Cinipide.

La situazione è ancora più difficile per i marroni, dove le previsioni produttive sembrano essere peggiori rispetto alle castagne.

“La stagione estiva è stata caratterizzata da siccità, alte temperature e vento secco - spiega Ivo Poli, presidente Associazione nazionale città del castagno - provocando stress alle piante, calo produttivo e scarsa pezzatura. La situazione potrebbe aggravarsi ancora di più in considerazione del fatto che una parte del prodotto commercializzato potrebbe presentare muffa, che lo renderebbe non commestibile: un’ulteriore ricaduta per il settorem, sia in termini economici che di fidelizzazione". 

"La situazione - conclude Poli - è a tutto vantaggio dei nostri tradizionali competitor che potranno esportare in Italia il loro prodotto, primi tra tutti Cina e Turchia”.