Vediamo, in una rapida carrellata, quali sono le principali novità che interesseranno, direttamente o indirettamente, il settore concimi. Ci attendono nuove norme ma avremo anche bisogno di risposte ai tanti dubbi che hanno accompagnato questo travagliato comparto da quando sono entrate in vigore alcune norme comunitarie né possiamo sottovalutare la situazione dei prezzi o i cambiamenti di un mercato in continua evoluzione.

 

Prezzi

Iniziamo proprio dalle quotazioni dei principali concimi minerali che, nel corso del 2023, sono sempre state al di sotto dei valori di inizio anno anche se, nell'arco dei 12 mesi, ci sono state notevoli differenze tra i vari prodotti. Il grafico qui sotto mostra l'andamento del prezzo internazionale di urea, DAP 18/46 e Mop cloruro di potassio, in base 100 rispetto a gennaio 2023.

 

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(Fonte: SILC Fertilizzanti)

 

Come si può notare i valori del Mop sono scesi di 45 punti tra gennaio e luglio per poi mantenersi relativamente stabili negli ultimi 5 mesi dell'anno. Riteniamo che il 2024 dovrebbe restare all'insegna della stabilità seppur con qualche variazione che, per il prezzo del cloruro di potassio, non è mai stata particolarmente ampia se riferita ad un limitato arco temporale. Temiamo però che quest'anno non sarà quello del ritorno a livelli di consumi nella norma e che solo nell'annata agraria 2024-2025 potremo assistere al ristabilirsi delle consuete pratiche agronomiche. Purtroppo gli agricoltori tendono a snobbare le reintegrazioni potassiche solo perché gli effetti non sono così evidenti come, ad esempio, per l'azoto. Destino simile toccherà anche ai fosfatici e già i bassi impieghi nelle scorse semine autunnali lo hanno dimostrato. È anche vero che il prezzo del 18/46, dopo essere scivolato di 40 punti in 6 mesi, è poi risalito di 20 in meno di 3 mesi per poi tornare a cedere qualche punto solo nelle ultime settimane del 2023.

 

Quest'anno potrebbe darsi che le prime settimane saranno ancora caratterizzate da prezzi cedenti ma, non appena si risveglieranno i consumi primaverili dell'emisfero settentrionale, le quotazioni torneranno a salire anche se difficilmente si raggiungeranno i prezzi di inizio 2023.

 

Discorso a parte merita il comparto azotati che, guidati dalla volatilità del prezzo dell'urea, non è facilmente gestibile in termini previsionali. Sul fronte dei consumi crediamo che il 2024 segnerà una ripresa dopo il crollo del 2022 e solo in parte recuperato nel corso dell'anno successivo ma i prezzi continueranno a variare in poco tempo e con oscillazioni anche di una certa consistenza in termini percentuali. Relativamente ai prezzi degli NPK minerali, ovviamente si dovrà tener conto della media dei vari costituenti che, probabilmente, si compenseranno a vicenda lasciando le quotazioni abbastanza stabili, temiamo invece che proseguirà l'inesorabile riduzione dei consumi. Un cenno ai concimi a base organica con gli organo-minerali inevitabilmente condizionati dai prezzi della componente chimica e con una tradizione che vede consumi in flessione quando i concimi minerali costano relativamente poco (come potrebbe essere nel 2024). Discorso a parte per i concimi a sola base organica caratterizzati da prezzi psicologicamente bassi e con gli ammendanti ad elevato titolo d'azoto (2-4%) che vedranno aumentare ancora la loro quota di mercato.

 

Normative

Entro il 31 gennaio 2024 gli importatori di concimi contenenti azoto minerale dovranno presentare la loro prima dichiarazione Cbam. Si tratta dell'inizio di un periodo transitorio di due anni e che, a partire da gennaio 2026, comporterà un consistente aumento dei prezzi di molti concimi che dovranno pagare per le emissioni di CO2 collegate alla loro produzione. Nelle prossime settimane dedicheremo un articolo a questa nuova tassa che si riverserà lungo la filiera per gravare sui consumatori finali quando sarà, appunto, a regime.

 

Nel corso del 2024 crescerà, man mano, il numero di miscele fertilizzanti pericolose che recheranno in etichetta, oltre ai consueti pittogrammi di pericolo con bordo rosso, il codice Ufi. Sta per terminare, infatti, il periodo di transizione grazie al quale bastava la notifica delle miscele pericolose all'Istituto Superiore di Sanità mentre, adesso, per tutte le nuove miscele, va fatta la procedura Pcn tramite il portale dell'Agenzia chimica europea (Echa). Entro il primo gennaio 2025 anche i centri antiveleno italiani lavoreranno esclusivamente tramite il portale europeo. Qui sotto vediamo le strutture alternative obbligatorie di un numero Ufi (di fantasia) che dovrà comparire in etichetta preferibilmente nella zona dedicata alla comunicazione dei pericoli.

 

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Non esiste ancora una procedura per autorizzare all'impiego in agricoltura biologica due importanti categorie di fertilizzanti: quelli a marchio CE disciplinati dal Reg. UE 2019/1009 ed i prodotti commercializzati in Italia grazie alla procedura del Mutuo Riconoscimento. L'unico riferimento normativo legalmente valido prevede che siano consentiti in agricoltura biologica solo i fertilizzanti visibili nella sezione ad essi dedicata presso il sito del Sian. Verso la fine del 2023 il Masaf (ufficio Pqai 1) ha redatto una nota, priva di valore normativo, in cui si forniscono alcune modalità che purtroppo non trovano riscontri pratici né immediatamente verificabili come invece è la presenza sul registro Sian. Poiché gli Organismi di Certificazione del biologico potrebbero accettare solo i fertilizzanti disciplinati dall'allegato 13 del Dlgs 75/2010, suggeriamo di prestare molta attenzione a qualsiasi altra autorizzazione che potrebbe causare problemi tanto all'agricoltore che usa quei prodotti quanto a coloro che li hanno immessi sul mercato e distribuiti. Ci auguriamo che nel corso del 2024 si provveda invece a modificare l'articolo 4, comma 9 del decreto ministeriale 20 maggio 2022, n. 229771 in modo da ufficializzare l'impiego su coltivazioni biologiche di queste nuove categorie di fertilizzanti.

 

Nel corso del 2024 si allungherà la lista dei biostimolanti a marchio Ce che, al momento, è di una decina di prodotti. In effetti era prevedibile che sarebbe occorso del tempo, è vero che la norma è applicabile da luglio 2022 ma le specifiche tecniche per condurre le prove agronomiche sui biostimolanti per le piante hanno richiesto comunque del tempo così come gli Organismi di notifica che hanno dovuto poi valutare l'intero dossier. Ricordiamo che, non esistendo ancora un ente accreditato in Italia, c'è l'ulteriore difficoltà di dover presentare tutti i documenti in lingua inglese ad uno dei 9 organismi ad oggi operativi.

 

Il 13 gennaio 2024 scadono i 12 mesi previsti per terminare le scorte dei fertilizzanti prodotti prima dell'entrata in vigore del Dm 10 ottobre 2022. La cosa non riguarda il canale distributivo purchè sia dimostrabile che l'acquisto del fertilizzante la cui etichetta è cambiata, sia avvenuto prima della citata scadenza. In realtà sono davvero pochi i fertilizzanti toccati da tali modifiche che riguardano quasi esclusivamente le frasi che accompagnano i prodotti consentiti in agricoltura biologica.

 

Entro agosto 2023, come stabilito dalla legge 4/8/22 n. 127 (legge di delegazione europea) il Governo avrebbe dovuto adottare uno o più decreti legislativi per adeguare la normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (Ue) 2019/1009 sui prodotti fertilizzanti. Inutile ricordare che nulla è stato fatto e che, cosa ancor più preoccupante, sembra che non vi siano nemmeno delle idee su come il Masaf possa adeguarsi a tali disposizioni. Addirittura si è trovato il tempo di stilare il citato Dm 10/10/22 (pubblicato il 29/12/22) in cui è stata fatta un'operazione esattamente opposta a quanto richiesto: includere le tipologie dell'abrogato Reg. CE 2003/03 nella norma nazionale. Le contraddizioni sono palesi, fortunatamente sono poche le criticità ma resta il fatto che i ritardi della burocrazia si ripercuotono su tutti gli operatori del settore arrecando non pochi danni. Verrebbe da chiedersi "dove sono le istituzioni?" ma ormai sembra più una battuta da comico.