Le prospettive di mercato del mais vedono qualche segnale positivo, ma rimane evidente che gli agricoltori devono fare scelte tecniche ben ponderate. L’obiettivo è ottenere rese elevate, ma con investimenti mirati ai fattori più determinanti: tra questi la concimazione è senza dubbio di primaria importanza.
In grossa parte della Pianura Padana le concimazioni azotate dovranno fare anche i conti con le limitazioni della Direttiva Nitrati prendendo in esame gli apporti da reflui zootecnici. 

Un terzo aspetto è infine quello stagionale, con una primavera di abbondanti e frequenti piogge, e sbalzi di temperatura sensibili dall’emergenza alle prime foglie. Sono condizioni che da un lato favoriscono il dilavamento dell’azoto in forma nitrica e dall’altro non facilitano l’assorbimento da parte della coltura.

Tutti questi aspetti sono buone ragioni per scegliere di concimare con azoto stabilizzato dall’inibitore della nitrificazione che rallenta la trasformazione dell’azoto ammoniacale in azoto nitrico: l’azoto arriva, così, tutto alla coltura senza perdite.

La tecnologia più recente e avanzata è il 3,4 Dimetilpirazolofosfato (3,4 DMPP) che caratterizza la gamma di concimi Entec®, i ben conosciuti fertilizzanti di produzione originale BASF, commercializzati dalla divisione K+S Nitrogen di K+S Agricoltura (nuova denominazione di Compo Agricoltura dal 1° luglio 2009).

La scelta migliore è quella di chi applica queste tecnologie già in pre-semina o localizzando alla semina in modo da distribuire una quota dell’azoto e il fosforo e il potassio necessari ad una partenza ottimale della coltura senza squilibri e senza le perdite subite dai prodotti convenzionali.
La massima efficacia si ottiene però completando la concimazione in copertura con Entec® 46 o con Entec® 26, il primo con azoto ureico interamente stabilizzato dall’inibitore 3,4 DMPP e il secondo che apporta sia azoto ammoniacale stabilizzato sia una minor quota di azoto nitrico insieme ad un’importante quantità di zolfo.

 

L’azione stabilizzante dell’inibitore DMPP assicura l’azoto necessario fino alla fioritura, quando la richiesta dell’elemento è massima, la fase più critica per determinare elevate produzioni. Questo permette di rendere graduale e progressiva la disponibilità di azoto, che aumenta in parallelo con i fabbisogni della coltura. E’ un vantaggio importantissimo per limitare le perdite per dilavamento e per volatilizzazione e fornire efficacemente l’azoto.

Rende inoltre possibili applicazioni anticipate, più indipendenti dalle piogge e, nelle zone più produttive o sui terreni sciolti, dove le dosi vengono normalmente frazionate, permette di ridurre il numero di interventi.