Non a caso, le primissime presenze del parassita si erano già viste fin dal mese di luglio, in special modo nelle aree costiere. Conoscendo la prolificità dell'insetto, vi è da pensare che la fine estate e l'inizio autunno saranno momenti difficili quanto a difesa fitosanitaria.
Peraltro, gli attacchi di mosca favoriscono anche l'insorgenza della cosiddetta Lebbra degli ulivi, causata dal patogeno Colletotrichum gloeosporioides. Un fenomeno che ricalca per certi versi quanto accade nei vigneti in contemporanea presenza di tignole e botrite.
La lotta contro Bactrocera dovrà quindi basarsi sui prodotti sul mercato riconosciuti come più efficaci e affidabili, come per esempio Rogor L 40 ST, insetticida distribuito da FMC e formulato come concentrato emulsionabile contenente 400 grammi per litro di dimetoato. Ampiamente migliorata rispetto al passato la formulazione: "St" significa infatti "stabilizzato", avulso cioè dai problemi di odori che caratterizzavano le formulazioni di dimetoato utlizzate nei decenni scorsi.
Contro la mosca dell'olivo Rogor L 40 ST si impiega a dosi comprese fra 80 e 100 ml/hl, avendo cura comunque di rispettare la dose massima ammessa per ettaro, pari a 1,2 litri.
Non solo piena chioma
Ci sono modi diversi per controllare la mosca. Uno dei sistemi che affiancano le tradizionali applicazioni a piena chioma è quello basato sulla tecnica delle esche proteiche. In tal caso, si aggiungono 625 ml di Rogor L 40 ST a cento litri di acqua, distribuendo poi la soluzione in campo in ragione di venti litri per ettaro realizzando getti mirati verso le chiome degli ulivi in modo da creare chiazze isolate di fogliame trattato. In tal modo, le mosche vengono attratte dalle esche, trovando poi l'insetticida ad attenderle.In ogni caso, sia con l'applicazione a piena chioma, sia con la tecnica delle esche proteiche, i trattamenti vanno sospesi a 28 giorni dalla raccolta delle olive.
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Fonte: FMC - Cheminova Agro Italia