"Leggiamo che la moria delle api sarebbe in realtà causata anche dal fenomeno della guttazione, ovvero della presenza di neonicotinoidi nelle gocce d’acqua essudate dalla piante di mais e bevute dalle api. Notizia prontamente rilanciata dagli apicoltori riuniti a Sorrento. Si tratta di un’ipotesi abbastanza improbabile, dal momento che le piante di mais non producono nettare. Risulta curioso che le api, per dissetarsi, siano attratte proprio da questa pianta così poco attrattiva per loro. Tuttavia, come tutte le ipotesi, anche questa merita di essere approfondita e provata scientificamente. Si tratta infatti di un test iniziale senza ancora nessuna evidenza in condizioni reali di utilizzo". Lo fa sapere Agrofarma - associazione nazionale imprese agrofarmaci, che fa parte di Federchimica in una nota.
"Quello che più colpisce - prosegue l'Associazione - è la natura tutta politica delle accuse lanciate dagli apicoltori. Fino ad oggi il presunto colpevole erano le polveri di neonicotinoidi rilasciate durante la semina, adesso curiosamente gli stessi apicoltori alzano ancora la posta e sostengono che la causa non sono solo le polveri ma anche gli essudati delle piante di mais, i quali compaiono alcune settimane dopo la semina. Quindi un’ulteriore causa, finora sconosciuta e da nessuno denunciata, mentre finora gli apicoltori parlavano di disorientamento, agonia e morte delle api".
"A conferma dell’infondatezza delle osservazioni degli apicoltori, tutti gli studi di monitoraggio nazionali e internazionali secondo i quali al momento non esistono evidenze scientifiche che dimostrino un nesso di causa effetto tra l’impiego di agrofarmaci e lo spopolamento degli alveari così come le esperienze maturate negli altri Paesi europei, che hanno recentemente confermato la registrazione di questi prodotti".
Agrofarma ha proposto un tavolo di confronto con tutti i soggetti interessati e chiesto un monitoraggio nazionale sulla moria delle api per comprenderne le reali cause. Gli apicoltori hanno chiesto e ottenuto una sospensiva all’uso di neonicotinoidi, rispetto alla quale recentemente il Consiglio di Stato ha parzialmente accolto il ricorso delle aziende interessate, imponendo di fissare un termine di scadenza alla sospensione.
"La verità è che il problema non sono i neonicotinoidi o le api che muoiono - conclude la nota - ma una deriva ideologica che non trova mai fine, che non si accontenta mai. Chi pagherà il prezzo di questo atteggiamento? L’industria e l’agricoltura italiana, che rispettivamente con investimenti in innovazione ridotti e senza la possibilità di utilizzare agrofarmaci porteranno al calo della produzione agroalimentare, con conseguenti import dall’estero e incrementi dei prezzi" .