Sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea L 246 del 15 settembre scorso è stata pubblicata la direttiva 2008/58/CE del 21 agosto 2008, riguardante il 30° adeguamento al progresso tecnico della direttiva 67/548/CE sulla classificazione, l'imballaggio e l'etichettatura delle sostanze pericolose. Il precedente aggiornamento, il 29°, risale al 2004 (direttiva 2004/73/CE del 29 aprile 2004) ed è stato attuato assieme alla direttiva sui preparati pericolosi nella famosa “Riclassificazione” che, iniziata nel Febbraio 2003, è terminata nel Giugno del 2005. Ovviamente l'attuazione di questa direttiva comunitaria non riguarderà la totalità degli agrofarmaci come nel caso precedente, anche se le novità che verranno introdotte nel 2009 sono meritevoli di nota.

La principale novità non riguarda, come spesso abbiamo visto in passato, il solito peggioramento nella classificazione di qualche principio attivo ad attività fitosanitaria (anzi, in alcuni casi vi sono dei miglioramenti), ma l'ufficializzazione della pericolosità di alcuni derivati del boro nei confronti della sfera riproduttiva. Alcuni di questi composti che ci accompagnano nella vita di tutti i giorni (dal disinfettante acido borico al perborato nei detersivi) e che entrano nella composizione di molti fertilizzanti per le loro positive proprietà sulla fecondazione e di conseguenza sull'allegagione delle colture, sono stati annoverati, ironia della sorte, tra gli agenti che risultano tossici per la riproduzione dei mammiferi. Tecnicamente parlando, la tossicità riproduttiva di alcuni derivati del boro1 è stata valutata essere di “Categoria 2”2 con le frasi di rischio R60 (“Può ridurre la fertilità”) ed R61 (“Può danneggiare i bambini non ancora nati”). I preparati che contengono queste sostanze a concentrazioni superiori al valore soglia (variabile in funzione del contenuto in boro della molecola: si va da 3,1% - come l'anidride borica - per le sostanze che contengono la maggiore quantità di Boro a 8,5% per quelle che ne contengono meno - come il borace decaidrato) dovranno quindi riportare in etichetta e sulla scheda di sicurezza il simbolo di “Tossico”. Le soglie sono state fissate in modo da non superare l'1% di boro nel formulato. Da segnalare che la classificazione dei borati è stata oggetto di un ampio dibattito tra gli esperti designati dalle autorità e i rappresentanti dei produttori, alla luce anche del diffusissimo impiego di queste sostanze e della mancanza di riscontri epidemiologici nella popolazione esposta. Poiché è stata adottata una soglia di etichettatura circa doppia rispetto a quella normalmente prevista per le sostanze di “Categoria 2” (1% di boro contro 0,5%), si è evidentemente tenuto conto dei tranquillizzanti riscontri epidemiologici presentati.

Tra le sostanze attive utilizzate in fitoiatria riscontriamo 18 nuovi inserimenti nell'allegato 1 (anche qui) della direttiva 67/548 e 36 aggiornamenti di voci già esistenti tra cui 1 peggioramento (endosulfan) e 1 miglioramento (tetraconazolo). Le rimanenti modifiche riguardano tutte la fissazione di soglie di concentrazione “ad hoc” da utilizzare per il calcolo della pericolosità dei preparati contenenti le sostanze citate.

Nella tabella 1 sono indicati i nuovi inserimenti, in tabella 2 gli aggiornamenti e nelle tabelle 3-5 una guida alla simbologia utilizzata (per motivi grafici le tabelle sono allegate alla versione PDF di questo articolo).

Gli stati membri dovranno adeguare le rispettive normative nazionali alla direttiva citata entro il 1° Giugno 2009.

 

1In particolare: Acido borico (CAS 10043-35-3, 11113-50-1), triossido di diboro (anidride borica) (CAS 1303-86-2), tetraborato di disodio, anidro; acido borico, sale disodico (CAS 1330-43-4), eptaossido di tetraboro e disodio, idrato (CAS 12267-73-1), acido ortoborico, sale sodico (CAS 13840-56-7); tetraborato di disodio decaidrato; borace decaidrato (CAS 1303-96-4); tetraborato di di sodio pentaidrato; borace pentaidrato (CAS 12179-04-3)

 

2 Definizione di “Tossico per la riproduzione” secondo la direttiva 93/21/CEE: Esistono prove evidenti per presumere che l'esposizione umana alla sostanza possa ridurre la fertilità sulla base di:

- Prove evidenti in studi effettuati sulla fertilità minore di animali in assenza di effetti tossici oppure prove di fertilità menomata che si verifica a circa gli stessi livelli di dose di altri effetti tossici ma che non è una conseguenza secondaria non specifica di altri effetti tossici.

- Altri informazioni pertinenti.

Sostanze che possono provocare effetti tossici sullo sviluppo negli esseri umani Esistono prove sufficienti per presumere che l'esposizione umana alla sostanza possa dar luogo a effetti tossici sullo sviluppo, sulla base in genere di:

- Risultati precisi in opportuni studi su animali dove gli effetti sono stati osservati in assenza di segni di pronunciata tossicità materna oppure all'incirca agli stessi livelli di dose di altri effetti tossici che non sono una conseguenza secondaria non specifica di altri effetti tossici.

- Altre informazioni pertinenti.

 

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