In relazione alle dichiarazioni di Apat relative al nesso tra l'utilizzo di agrofarmaci e la moria delle api, Agrofarma, Associazione nazionale imprese agrofarmaci, che fa parte di Federchimica, sottolinea i punti fondamentali di alcuni studi che rivelano l'assenza di un legame.
Le cause della moria delle api sono molteplici, come lo stesso comunicato Apat correttamente ricorda, tra le quali rientrano ad esempio la recrudescenza degli attacchi di Varroa, alcuni patogeni quali virus e Nosema, i cambiamenti climatici, l'inquinamento elettromagnetico. Tra queste concause l'impiego di agrofarmaci è solo un'ipotesi tra le altre.
Al momento non esistono evidenze scientifiche che dimostrino un nesso di causa effetto tra l'impiego di agrofarmaci e lo spopolamento degli alveari. Anzi, secondo due importanti studi, che prendono in considerazioni i dati relativi a oltre quattro anni di analisi, non esiste alcun legame tra agrofarmaci e moria di api. Si tratta degli studi: AFFSSA – Agenzia Francese per la Sicurezza degli Alimenti; Aubert, Faucon, Chauzat, Martel; 2002 – 2005 e Centro Federale per la Ricerca delle Api, Germania; Rosenkranz, von der Ohe, Mühlen, Otten, Büchler; 2004 – 2009. Ulteriori ricerche hanno dimostrato che i residui di agrofarmaci eventualmente presenti nel nettare e nel polline sono normalmente inferiori ai 5 ppb (5 parti per miliardo) mentre gli effetti letali per le api sono possibili solo per quantità ben al di sopra di questa soglia.
Agrofarma ricorda infine lo sforzo costante nella promozione dell'uso consapevole e corretto dell'agrofarmaco, al quale si aggiungono gli incessanti investimenti in ricerca e sviluppo per la produzione di agrofarmaci sempre più evoluti e compatibili con l'ambiente. 'A tal fine l'Associazione,' recita il comunicato 'è sempre aperta ad offrire la propria collaborazione e le proprie competenze per individuare le reali cause dei problemi che toccano l'agricoltura in generale, e l'apicoltura nello specifico, e cercare assieme le migliori soluzioni.'