In merito al rapporto Apat sulla presenza di residui di agrofarmaci nelle acque, diffuso oggi, Agrofarma, Associazione nazionale imprese agrofarmaci, riconoscendo l'importanza della tutela del patrimonio idrico nazionale e alla luce del continuo perfezionamento dell‘attuazione del piano di monitoraggio delle acque, sottolinea che l‘industria degli agrofarmaci impegnata da anni a ricercare e produrre agrofarmaci sempre più evoluti e sicuri per la tutela dell‘ambiente e del consumatore, è coinvolta a livello europeo e nazionale in progetti per il miglioramento della qualità delle acque sotterranee e superficiali attraverso la creazione di sinergie positive tra tutti gli attori della filiera. Diverse sono le cause che determinano la qualità delle acque relativamente ai residui di agrofarmaci: la qualità del suolo, il clima, il tipo di applicazione, il tipo di prodotto impiegato. L'utilizzo delle corrette pratiche agricole può ridurre notevolmente l'inquinamento delle acque da agrofarmaco. A tal proposito l'Unione europea, nell'ambito del progetto life Topps cofinanziato da Ecpa - European crop protection association, ha messo a punto le linee guida per una corretta gestione degli agrofarmaci in azienda per ridurre una delle cause più diffuse: l'inquinamento puntiforme delle acque da agrofarmaco. Tale progetto in Italia è sviluppato dall'Università di Torino con il supporto di Agrofarma e prevede anche la realizzazione di corsi di formazione per gli operatori agricoli che hanno l‘obiettivo di modificare alcuni comportamenti scorretti e che rappresentano una delle cause dell‘inquinamento delle acque da agrofarmaci.