Il Benomil, capostipite di una delle più importanti classi di fungicidi, i benzimidazolici, è stato considerato non a torto una delle pietre miliari della fitoiatria moderna.
Dotato di vasto spettro d'azione, elevata selettività colturale ed elevata efficacia curativa, autorizzato in tutto il mondo su fruttiferi, orticole e ornamentali, era stato inizialmente considerato il prodotto con il quale attuare una strategia mirata di intervento nei confronti delle più dannose malattie fungine, che precedentemente venivano combattute quasi "alla cieca", effettuando i trattamenti in modo da mantenere costantemente coperta la vegetazione con uno strato di fungicida sul quale si andavano a infrangere le spore o i conidi dei patogeni.
Il Benomil era invece in grado di penetrare all'interno della vegetazione e di raggiungere il micelio del fungo patogeno e di disattivarlo anche dopo che la pianta era stata infettata.
L'innovativo meccanismo di azione del fungicida, che avviene principalmente per il metabolita MBC, anch'esso autorizzato come fungicida, è stato anche la principale causa della diffusione di ceppi di patogeni resistenti al prodotto.
Il fungicida agisce infatti interferendo nel processo di mitosi delle cellule vegetali, meccanismo in cui avviene la riproduzione del patrimonio genetico e dove evidentemente è la fase dove è più probabile la comparsa di cellule devianti resistenti al prodotto. Tornando alla cronaca, gli Stati membri dovranno revocare le registrazioni di prodotti fitosanitari contenenti Benomil entro il 26 maggio 2003 e il periodo per lo smaltimento delle scorte in commercio non potrà andare oltre il 26 maggio 2004.
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Fonte: Agronotizie