Tra i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile promossi dai paesi dell'Onu ce ne sono alcuni che riguardano l'adozione di misure per combattere o mitigare i cambiamenti climatici, contrastare la desertificazione, arrestare e invertire il degrado dei suoli e fermare la perdita di biodiversità.

 

L'agricoltura rigenerativa vuole proprio rispondere a questi obiettivi attraverso, per esempio, la riduzione al minimo del disturbo del suolo, il mantenimento del suolo coperto, l'aumento della biodiversità, l'integrazione degli animali e l'incorporare dei sistemi agroforestali.

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Dopo essere entrati nel dettaglio delle pratiche e dei principi più importanti dell'agricoltura rigenerativa, in questo articolo raccontiamo l'esempio pratico del Podere Cimbalona e del progetto La Roncona. Daniele e Sara gestiscono le 2 realtà: la prima è un'azienda agricola biologica e rigenerativa già avviata che si trova nella pianura vicino Faenza (provincia di Ravenna) e la seconda è un progetto agroforestale partito da poco e in fase di crescita sulle prime colline dell'Appennino tosco romagnolo.

 

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Sara e Daniele che gestiscono il Podore Cimbalona e La Roncona

(Fonte: Podere Cimbalona - La Roncona)

 

Produrre alimenti altamente nutrienti capaci di rigenerare il suolo e la comunità nella quale vengono coltivati, questa è la loro visione.

 

Podere Cimbalona è un'azienda agricola certificata biologica che Daniele ha preso da suo nonno; dopo la laurea in agraria, infatti, e una proposta di collaborazione in un gruppo di ricerca negli Stati Uniti, Daniele ha scelto di dedicarsi a piano all'attività agricola.


Sei ettari in cui si coltivano frutta, vite e ortaggi di tutti i tipi e si allevano galline per la produzione di uova. In realtà l'azienda va oltre il biologico e sperimenta pratiche di agricoltura rigenerativa: minime lavorazioni adottando la gralinette, pacciamatura, cover crop e sovesci, applicazione di tè di compost prodotto a partire da vermicompost e pascolo razionale delle galline.


L'obiettivo è quello di lasciare il suolo migliore di come l'hanno trovato: rigenerato.


Una caratteristica particolare dell'orto sono i letti permanenti che consistono in una porzione di terreno che non viene lavorata. Così si disturba il suolo il meno possibile, si tiene il suolo sempre coperto e si lasciano sempre le radici nel terreno.

 

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I letti permanenti al Podere Cimbalona

(Fonte: Podere Cimbalona - La Roncona)

 

Importante per l'agricoltura rigenerativa sono gli animali, capaci di migliorare la salute del suolo e diversificare il reddito aziendale. Il pollaio di Daniele e Sara è mobile: le galline vengono spostate una volta a settimana in una parcella di erba nuova così che abbiano sempre erba fresca dove razzolare e suolo nuovo dove rilasciare i loro preziosi escrementi. Il tutto è recintato da una rete elettrificata, anch'essa mobile. Si chiama pascolo razionale e aiuta a rigenerare il suolo aumentandone la fertilità, inoltre le galline vivono bene e senza stress e producono uova di qualità.

 

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Le galline del pollaio mobile al Podere Cimbalona

(Fonte: Podere Cimbalona - La Roncona)

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Essendo stata un'azienda ereditata, già organizzata per un certo tipo di agricoltura, il desiderio di Sara e Daniele con il tempo è diventato quello di realizzare un progetto agricolo tutto loro, progettato da zero dove sperimentare sistemi agrosilvopastorali a investimento low cost, con un design replicabile e scalabile.

 

Hanno partecipato ad un bando che Ecosia pubblica ogni anno, attraverso il quale mette a disposizione un finanziamento, con l'obiettivo di sostenere piccoli progetti di agricoltura rigenerativa in Europa. E hanno vinto riuscendo così ad acquistare un piccolo terreno e un vecchio casolare in cui progettano di andare a vivere.

 

"L'agricoltura è un sistema complesso e non complicato", così Daniele comincia a raccontarci di come è nata l'idea de La Roncona. Si tratta di un'inversione di tendenza rispetto all'approccio dell'agricoltura industriale specializzato nelle monocolture e nella semplificazione degli agroecosistemi. L'idea di Daniele era quella di avere un'azienda diversificata, multifunzionale con tante colture, alberi da frutto, ortaggi e possibilmente anche animali.

 

A La Roncona hanno cominciato a progettare il sistema agroforestale collaborando con esperti di progettazione in permacultura e di agricoltura rigenerativa. Il sistema agroforestale, di circa 2 ettari, è staro progettato per integrare la produzione di colture estensive, alberi da frutto e da legno e ortaggi e il pascolo per animali.

 

Ogni elemento non sarà a sé stante, svolgerà più funzioni e sarà in relazione e in collaborazione con il tutto. Oltre alla produzione di prodotti animali, frutta e verdure, gli animali stessi potranno aiutare a controllare le infestanti e alcune piante arboree potranno essere utilizzate da colture foraggere da integrare all'alimentazione animale; altre piante arboree e arbustive fungeranno da fasce tampone per la conservazione e riproduzione degli insetti utili ma anche da frangivento o da riparo dal sole sia per gli animali che per le colture che soffrono l'eccesso di luce; inoltre, le potature degli alberi saranno utilizzate per la produzione di cippato e legna per riscaldare la casa.

 

Nell'arco del 2023 Sara e Daniele hanno organizzato delle giornate aperte di piantumazione collettiva durante le quali sono stati piantati 3000 alberi. Ma il progetto è ambizioso e ancora lungo in termini di tempo e impegno, per fortuna l'entusiasmo non manca.

 

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Una giornata di piantumazione collettiva a La Roncona

(Fonte: Podere Cimbalona - La Roncona)

 

Con un agroecosistema di questo tipo si può ridurre fortemente il ricorso a input esterni e i costi ad essi legati, aumentare la qualità del cibo prodotto e soprattutto i servizi ecosistemici di quel territorio, che daranno i loro frutti nel lungo periodo. "L'importante - dice Daniele - è imitare la natura e quindi approcciarsi alla risoluzione di problematiche biologiche con soluzioni biologiche. Per esempio, se andiamo a vedere dove cresce il melo in natura scopriamo che cresce ai margine del bosco, in mezzombra con terreni fertili ed essenze. Bene, bisogna imitare e riprodurre quella soluzione qui. Quindi, per combattere l'eccesso di luce, piuttosto che mettere delle reti, utilizzo alberi forestali. Consociando il melo con ciliegio oppure paulonia o pioppo posso schermare la luce che altrimenti stresserebbe il melo".

 

E conclude: "Vogliamo dimostrare che si può fare agricoltura nelle piccole realtà, con prodotti diversificati, buoni e che generano redditi sufficienti".

 

Le sfide di un agricoltore rigenerativo

Alla domanda "Quali sono le tue preoccupazioni legate al lavoro?", Daniele ci risponde così: "Burocrazia e legislatura. La burocrazia è calibrata su aziende medio grandi agroindustriali con poche colture e per noi che vogliamo creare un certo tipo di sistema questo è un ostacolo. Va alleggerita tanto la burocrazia a livello europeo, inoltre, io penso in maniera costruttiva a riallacciare le comunicazioni con gli enti certificatori perché c'è bisogno di gente che sappia leggere il contesto e conosca e capisca le realtà di ogni singola azienda

 

Le sfide, in realtà, sono molteplici, molte derivanti proprio dalla difficoltà delle istituzioni e dei legislatori a promuovere ed agevolare le piccole realtà agricole diversificate di questo tipo. Per non parlare della narrativa dominante che in questo periodo, sull'onda di una diffusa sensibilità alle tematiche ambientali rischia di sfruttare a scopi commerciali, la terminologia agricoltura rigenerativa. L'agricoltura rigenerativa appartiene agli agricoltori, ai custodi del territorio e del paesaggio rurale".

 

Un'ulteriore sfida (ma non è l'obiettivo centrale) potrebbe essere in futuro quella di ottenere una certificazione rigenerativa; al momento potrebbe essere coerente e rivoluzionario, dice Daniele, basarsi e porre l'attenzione su quelli che sono gli outcome ottenuti da ogni singola azienda: il sequestro di carbonio, l'aumento di biodiversità e di fertilità del suolo e altri parametri.

 

Con il proposito di affrontare concretamente queste sfide, a novembre 2023 Daniele, insieme ad altri 50 agricoltori rigenerativi, ha partecipato all'incontro dell'Allenza Europea per l'Agricoltura Rigenerativa (Eara) dal quale è nato anche un documento sulla loro visione: "Insieme per ecosistemi agroalimentari rigenerativi".

 

Sara fa leva su uno dei principi dell'agricoltura rigenerativa, per lei il più importante, rigenerare i saperi cioè promuovere la conoscenza e trasmetterla con apertura e interazione con gli altri. "Sono diversi i principi dell'agricoltura rigenerativa. La rigenerazione non deve essere solo tecnica, l'obiettivo finale deve essere quello di promuovere la creazione di nuove figure che si prendono cura dell'ambiente e del cibo. Non solo il suolo ma tutto il sistema alimentare va rigenerato e per questo incontrarsi è fondamentale".

 

Per questo al Podere Cimbalona e a La Roncona non mancano occasioni per incontrarsi dal vivo attraverso eventi di interesse teorico e pratico dove si condividono idee ed esperienze, come le giornate di messa a dimora collettiva o gli eventi organizzati in collaborazione con il progetto Eit Food dell'Unione Europea e Soulfood Forestfarms, un hub territoriale che applicando i principi dell'agroecologia facilita nella transizione ecologica.

 

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Incontro tecnico pratico a La Roncona

(Fonte: Podere Cimbalona - La Roncona)

 

Ultimo, ma non per importanza, c'è il consumatore, che spesso purtroppo ancora non sa da dove viene il cibo che mangia e come viene coltivato. Per questo Sara e Daniele puntano alla sensibilizzazione sia con la vendita diretta che con la Csa, Comunità che Sostiene l'Agricoltura.

 

La Csa ha diversi vantaggi. Chi si iscrive versa una quota ad inizio anno che permette di ricevere frutta e verdura fresca e di stagione da maggio a dicembre. L'azienda prepara una cassetta alla settimana e dentro c'è ciò che è pronto in quel momento nell'orto. Daniele e Sara sanno in anticipo a quante persone venderanno i loro prodotti e così possono organizzarsi al meglio su quanto coltivare, e quindi piantare, e ridurre sprechi e perdite. Il consumatore dal canto su conosce chi produce il proprio cibo, non ha a che fare con imballaggi e diventa parte integrante del progetto aziendale.

 

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Una cassetta di verdure del Podere Cimbalona

(Fonte: Podere Cimbalona - La Roncona)